Jack, un derby in attacco. Dopo aver già vinto quello sul mercato

L’inizio della nostra storia è datato 1 settembre 2014 quando Giacomo Bonaventura, nell’ultimo giorno della sessione estiva di calciomercato, passò a titolo definitivo al Milan per una cifra pari a sette milioni di euro. Il suo ingaggio aveva stupito tifosi e addetti ai lavori, che non lo reputavano un giocatore da grande club dopo le stagioni trascorse con la maglia dell’Atalanta. Quei colori nerazzurri avrebbero potuto accompagnarlo anche in questa stagione, se Adriano Galliani non l’avesse strappato in extremis all’Inter. Un torto per i cugini che si stanno letteralmente mordendo le mani, sin dal gol all’esordio al Tardini contro il Parma vinto dal Diavolo per 5-4.

Sono ben sette mesi che l’amministratore delegato del Milan si sta sfregando le mani: l’ex giocatore della Dea sta meritando ampiamente un posto tra i titolari di Filippo Inzaghi. Ottime prestazioni e tanti sacrifici per il numero 28 rossonero, che è entrato con il passare dei giorni nei cuori dei supporters del Diavolo. Il prossimo fine settimana, il Milan sarà contrapposto all’Inter nel derby della Madonnina. Una sfida che nessuna delle squadre vorrà perdere, così come Bonaventura che vorrà dimostrare al popolo milanista che è stato un affare puntare su di lui. Il classe 1989 è nato come attaccante, ma quest’anno in rossonero ha dimostrato di potere rendere ad alti livelli anche come centrocampista.

Un vero tutto fare, uno dei giocatori più duttili dell’intera rosa del Milan. Nella sfida contro l’Inter, Inzaghi lo riporterà avanti dopo averlo schierato come mediano nelle ultime quattro gare e trequartista nelle due precedenti. L’ultima partita giocata come attaccante è stata contro l’Empoli a metà febbraio e in quell’occasione aveva assistito alla perfezione Destro in occasione della rete del vantaggio rossonero. L’impressione è che Inzaghi abbia le idee chiare sulla formazione da schierare contro la squadra di Mancini: Bonaventura giocherà come esterno sinistro, a destra uno tra Cerci e Suso e Menez come falso nueve. Ora la parola passa al campo.

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