Milan, parla solo orientale l’unica strada per uscire dal tunnel?

Con la sconfitta di ieri contro l’Udinese è stato toccato uno dei punti più bassi dell’intera storia rossonera, probabilmente il fondo della quasi trentennale era berlusconiana. La pesantezza della debacle contro i friulani non deriva dal risultato, quanto dalla prova imbarazzante, patetica, di tutti gli uomini messi in campo da Inzaghi. I rossoneri sono riusciti a far resuscitare una squadra, quella di Stramaccioni, in evidente crisi di gioco e di risultati; sono riusciti a soccombere, a farsi dominare dall’inizio alla fine, senza un minimo segnale di reazione. E tutto questo dopo la penosa figura del derby. La squadra di Inzaghi è addirittura riuscita a fare un ulteriore passo indietro sul piano del gioco e della mentalità. Risultato: addio a ogni speranza di qualificazione alla prossima edizione dell’Europa League, per il secondo anno il Milan guarderà le coppe europee alla tv. Una vergogna. IN RIBASSO.

Una figura talmente imbarazzante che persino Inzaghi, finalmente, si è reso conto del disastro, ammettendo che “oggi le scuse stanno a zero”. Aggiungiamo che si sbaglia, le scuse stanno a zero dall’inizio del campionato, non solo da oggi. Apprezzabile, però, l’ammissione di colpa dell’ex numero 9 milanista, che ha evidenziato di essere il primo responsabile per una situazione del genere, mancando non solo il gioco, ma anche un minimo barlume di voglia di vincere. Tuttavia, Inzaghi non ha assolutamente le idee chiare sul da farsi, anche perché non si può dire di venire da una serie di risultati utili consecutivi, quando il Milan è uno zombie da mesi e mesi. La sensazione è che SuperPippo abbia sprecato l’ultima occasione di poter restare seduto sulla panchina rossonera anche la prossima stagione. Con l’obiettivo Europa League sfumato, indipendentemente dai futuri sviluppi societari, è improbabile che rimanga l’allenatore del Milan anche per il campionato 2015/2016. Non gli resta, nelle ultime sei partite, che cercare di mantenere, insieme alla squadra, quel briciolo di dignità che la storia del Diavolo impone. IN RIBASSO.

La conseguenza minima dopo una prestazione del genere era quella di andare in ritiro, dato che alcune squadre di Serie A ci sono andate per molto meno (vedi Napoli). La voce era già circolata al termine del match e non era stata smentita da Inzaghi, che anzi aveva evidenziato che “quando si tocca il fondo, come stasera, è giusto fare qualcosa”. Poco dopo l’arrivo a Milanello, intorno alle 21, la decisione ufficiale. La squadra sarà in ritiro fino a mercoledì sera, quando a San Siro sarà ospite il Genoa. Non ci esprimiamo sulla decisione della società, non compete a una rubrica come il Borsino. Ci limitiamo a dire che tutto questo rientra in una situazione tra le più negative che si potessero immaginare e che, dopo stasera, fosse praticamente scontata. IN RIBASSO.

Per quando riguarda il fronte societario, la settimana appena conclusa sembra aver segnato una forte accelerazione sulle trattative per portare Bee Taechaubol all’acquisizione graduale di importanti quote del club di via Aldo Rossi. Se l’incontro con Silvio Berlusconi, previsto già per oggi, è slittato, questo non rappresenta un problema per la buona riuscita dell’affare. Mr. Bee, infatti, potrebbe già chiudere in settimana e deve comunque prendere una decisione definitiva entro il 30 del mese. Il thailandese è convinto di avere in mano la firma di Berlusconi riguardo l’esclusività a trattare la cessione del Milan ma, come è emerso nelle ultime ore, deve fronteggiare la concorrenza cinese. La cordata capitanata da Richard Lee, infatti, non ha abbondato le speranze e sta lavorando sottotraccia al decisivo sorpasso. Entro fine mese ne sapremo di più. STAGNANTE.

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