Ridateci il nostro Milan

Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport e collabora con news.superscommesse.it. In passato ha collaborato con Bordocampo.net, Sportmain.it e calciomessina.it.

Per chi è nato con il Milan di Sacchi, cresciuto con quello di Capello e se ne è innamorato con quello di Ancelotti è davvero difficile sopportare questa stagione, restare inermi davanti a certe partite e buttare giù bocconi amarissimi partita dopo partita. Ora che anche l’appiglio dell’ultima speranza di qualificazione in Europa League è andato a farsi benedire, può già cominciare la fase dei processi. Voti bassissimi per tutti, dalla società, all’allenatore, senza dimenticare i giocatori (quasi tutti). L’ennesima prestazione imbarazzante contro un Udinese che ci ha dominato per tutti i 90′ segna il punto più basso degli ultimi ventinove anni.

Qualcuno, uno che quando si parla di Milan può tranquillamente dire la sua, come Zorro Boban un paio di settimane fa si lasciò andare d una dichiarazione e ad un attacco che poi da molti fu criticato, ma che non fa una piega: “I giocatori del Milan sono scarsi”. Parole pesanti, nette, inequivocabili che non lasciano spazio a commenti. Parole che però, purtroppo, rappresentano in maniera perfetta la realtà. E non saranno di certo gli infortuni in serie, l’assenza di Montolivo, la sfortuna o qualsiasi altro ridicolo alibi ad essere le cause del secondo fallimento consecutivo societario e tecnico.

Il Milan è diventato piccolo piccolo, non c’è più chi lo rappresenta, non c’è più una parvenza benché minima del caro vecchio Diavolo che tutti abbiamo ammirato nel corso degli anni. Un angolo (tra le altre cose battuto negli ultimi minuti) contro nove, un’occasione da gol in 90′, addirittura due punti in meno dell’anno scorso a questo punto della stagione e poi a fine partita si sentono sempre le stesse assurde dichiarazioni e scuse, quanto mai lontane dalla realtà. Quest’anno abbiamo perso tutto. Non solo l’Europa ed il gioco, ma anche la faccia, l’anima e la dignità.

Nel caos societario più totale non è possibile fare delle previsioni per il futuro prossimo, ma sappiamo bene quello che non vogliamo più vedere. Ci vuole una rivoluzione totale, che parta dalla presidenza, passi per la dirigenza e finisca ad allenatore e giocatori. Sempre essendo riconoscenti a chi in questi anni ha fatto diventare il nostro Diavolo il club più titolato al Mondo, ma ora c’è bisogno di cambiamenti, un nuovo progetto e nuovi stimoli per ritrovare il Milan e ridare dignità ad un club che fino a pochi anni fa spaventava l’Europa ed il Mondo intero.

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