Milan pauroso

Prima della partita si è discusso molto sulla mediocrità tecnica e sulla mancanza di campioni in questo derby. La parola ‘derbyno‘ è stata la più usata nelle ore che hanno preceduto la stracittadina, poi però San Siro si è riempito, le curve hanno, come al solito, dato spettacolo con le coreografie e l’atmosfera è tornata subito quella delle grandi serate e delle grandi sfide.

Sul campo poi si sono visti errori, si sono viste due squadre psicologicamente molto fragili, a cui bastava un’ occasione, un episodio favorevole o no per acquistare maggiore fiducia o per intimorirsi ancora di più. Inutile nascondersi, ai punti l’Inter meritava di vincere, se non altro per il secondo tempo in cui ha creato almeno tre palle-gol nitide e non ha praticamente mai rischiato. Il Milan ha giocato una mezz’ora in tutto. Inzaghi aveva impostato la gara cercando di aspettare i nerazzurri per poi ripartire con i tre davanti, senza centravanti per non dare punti di riferimento. La scelta nella teoria era condivisibile ma nella pratica non si è quasi mai vista, soprattutto per colpa di un centrocampo che non riusciva a recuperare palloni a metà campo e quando lo faceva era troppo lento a verticalizzare. La solita Menez-dipendenza poi ha fatto il resto: il francese era in serata no e l’attacco è stato abulico, se si esclude il grande primo tempo di Suso, che ha dimostrato un carisma da leader e una tecnica eccelsa.

Troppo poco per vincere, troppo poco per alimentare l’ultima fiammella europe. Super Pippo resta un punto sopra a Mancini ma la sua avventura come mister rossonero sembra a i titoli di coda a fine campionato. Non sarà mai un derbyno, ma di questo passo rischia di diventare un Milanino….

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