Si sogna l’Europa, ma non si vince quando si deve: Inzaghi, perché?

Nonostante un 2015 disastroso, nonostante una distanza di 7 sette punti dal sesto punto e la prospettiva di un’altra stagione pessima la squadra rossonera, a partire da Inzaghi, crede ancora nella possibilità di entrare in Europa League.

Quasi un copia incolla nelle dichiarazioni, dal mister ai giocatori. Menez, Mexes, Abate, Rami (per dire solo gli ultimi) nelle interviste si mostrano tutti compatti e convinti di questa possibilità. La matematica è dalla loro parte e ovviamente non si può pretendere che davanti alle telecamere affermino di essersi rassegnati o di non crederci più, ma quello che stona con le loro parole sono poi i fatti sul campo.

Nelle occasioni fondamentali, in quelle in cui i rossoneri dovevano dimostrare di essere diventati squadre, quelle da non sbagliare, si sono inevitabilmente rivelate un flop. Pensiamo all’andata con la Juve, dopo due vittorie di fila, che a San Siro spense l’entusiasmo con un gioco dominante, al derby d’andata quando il Milan poteva e doveva azzannare i cugini feriti e scombussolati dal cambio d’allenatore. Oppure l’occasione più recente e forse quella più importante, contro la Sampdoria nell’ultimo turno. Uno scontro diretto in casa da vincere assolutamente per accorciare proprio sui blucerchiati al sesto posto. E invece ancora una volta la convinzione e la voglia d’Europa sbandierate ai microfoni si sono sciolte al momento pratico.

La realtà è che l’Europa League ad oggi è un miraggio praticamente impossibile da conquistare, sia per la discontinuità cronica della squadra sia per la distanza numerica importante. Il pensiero deve essere cercare di vincere tutte le partite da qui alla fine, a cominciare dal derby, per vedere dove si può arrivare e per poi ripartire l’anno prossimo con un pizzico di fiducia in più. Un po’ il pensiero che ha espresso Andrea Poli qualche settimana fa in un’intervista al “La Gazzetta dello Sport”, in uno dei rari pensieri un po’ fuori dal coro ma più realistici tra i giocatori. Credere in un’impresa è positivo ma il non rendersi conto dei propri limiti rischia di portare fuori dalla realtà e aumentare la frustrazione dei tifosi.

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