Elezioni e promesse, nulla di nuovo. Cosa accadrà da martedì?

Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport e collabora con news.superscommesse.it. In passato ha collaborato con Bordocampo.net, Sportmain.it e calciomessina.it.

Venerdì pomeriggio. Uno di quei classici venerdì di fine maggio in cui sta per arrivare la ‘bella stagione’, ma il clima ci ricorda che quella brutta ancora non ha deciso di abbandonarci del tutto. Per il tifoso rossonero medio, questo però, è un venerdì diverso. Non tanto perché domani sera il Milan a Bergamo giocherà l’ultima partita della stagione più deludente e tribolata degli ultimi trent’anni, ma soprattutto perché uno degli allenatori con cui ha visto la propria squadra vincere e convincere di più, Carletto Ancelotti, si è dato tempo fino a mercoledì prossimo per decidere circa la proposta del Diavolo di tornare sulla panchina rossonera.

Un altro elemento, di certo non piccolo ed insignificante, che rende questo venerdì pomeriggio diverso dagli altri è legato al fatto che domenica, cioè tra meno di 24 ore, molti italiani saranno chiamati a votare per le elezioni regionali e Silvio Berlusconi con il suo partito, Forza Italia, è tornato alla carica. Pochi minuti fa, girovagando tra i vari siti di informazione calcistica, mi sono imbattuto in alcune dichiarazioni del presidente che recitavano così: “Ancelotti al Milan con Ibrahimovic” e poi ancora: “Mr. Bee? Il Milan non è in vendita”. Nelle precedenti ore si era anche letto che Berlusconi aveva intenzione di stanziare 120 milioni per rilanciare il Milan e farlo tornare grande.

Qualche domandina, però, a questo punto, ci sorge spontanea. Ma come, non si era detto che si cercavano finanziatori esterni per poter rilanciare la squadra? Non era forse vero che ora come ora una famiglia da sola non può competere sul mercato del calcio e spendere di tasca propria? E su Ibra, non si doveva puntare sui giovani italiani per ridare una certa immagine al Milan? Molti, troppi conti purtroppo non tornano. Sarà un caso che tra meno di 24 ore si va a votare e l’ormai ex Cavaliere è sempre stato un genio mediatico a trovare i cavalli di battaglia (ricordiamo la promessa di eliminare l’Imu, solo per citarne una) per convincere gli ‘indecisi’ a votare per il suo partito.

Senza entrare in discorsi e discussioni politiche che in questa sede ci interessano poco o nulla, il tifoso del Milan spera solo che lunedì, o meglio martedì mattina non debba svegliarsi tutto ad un tratto, senza Ancelotti (o Conte per chi come me ancora ci spera), senza investitori esterni (nuovi soci di maggioranza o minoranza che siano) e con una terza ipotesi futuribile per la panchina che sarebbe già per definizione un ripiego, molto pericoloso per chi dovesse essere investito dell’incarico.

Eh sì perché, ‘il prescelto’, si ritroverebbe nella stessa spirale che ha inghiottito Pippo Inzaghi, bellamente scaricato sui giornali come ormai d’uso per le vecchie bandiere sgualcite. Con un ingaggio ai minimi sindacali, la solita montagna di prestiti e parametri sottozero, una società in vendita ricca solo di slogan più o meno farneticanti. Questa volta, però, Presidente non ci sembra davvero proprio il caso perché la pazienza ha un limite ed il tifoso del Milan, anche quello che non ti ha mai messo in discussione, ha dimostrato negli ultimi tempi di essersi davvero stancato. D’altronde tre anni (e siamo buoni se facciamo partire il tutto dall’estate del 2012) di prese in giro sono davvero difficili da digerire.

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