Riecco El Shaarawy, ma senza cresta. Possibile addio in estate?

Condannato dagli episodi e dagli errori, arbitrali (subiti due gol irregolari, i primi due del bestia Berardi) e di squadra (due espulsioni giuste). A Sassuolo il Milan ha perso la sua 12esima partita, un terzo delle attuali giornate di campionato. Numeri imbarazzanti, ma il pomeriggio di ieri in qualsiasi caso non avrebbe cambiato niente ad una stagione da tempo senza senso.

In realtà il Mapei Stadium un motivo per rasserenare l’ambiente rossonero lo ha regalato: il ritorno in campo di El Shaarawy dopo quasi quattro mesi di assenza per infortunio, non proprio da ricordare. Il Faraone, preso il posto di Honda appena dopo il 3-2 neroverde e festeggiate le 100 presenze con il Milan, si sarebbe aspettato un quarto d’ora migliore, quantomeno più tranquillo. E invece, analizza La Gazzetta dello Sport, ha dimostrato soprattutto nervosismo al posto di qualità e voglia di “spaccare” il mondo: prova ne é l’ammonizione presa dopo il litigio con il direttore di gara Guida e il pallone sparato per aria per una rimessa laterale fischiata contro.

Pure nel post Sassuolo-Milan il giovane attaccante ha fatto parlare di sé, rispondendo così ad una domanda sul futuro: “Se rimarrò? Penso di sì. Ora voglio recuperare, l’anno prossimo vedremo cosa fare“. El Shaarawy non ha chiuso del tutto le porte ad un possibile addio, in ogni caso sarà fondamentale la scelta del prossimo allenatore. Estate bollente in arrivo?

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