La “favola” dei Pegaso

Nati quasi per caso, in una chiacchierata tra amici, i Pegaso hanno vinto il loro tricolore. La storia è quella di un gruppo di ragazzi appassionati di calcio, che lo scorso settembre si sono uniti e hanno costruito la loro squadra: un giro di chiamate, il classico passaparola, e pure l’annuncio su facebook per cercare un portiere (pedina sempre rara nel calcio amatoriale). Il tutto per divertisi tirando due calci a un pallone, nel torneo di Lesmo organizzato dall’Asd D.I.M.M., gruppo di riferimento in Brianza per chi ama questo sport. Uno dei trascinatori dei Pegaso è Andrea Longoni, giornalista e volto noto di Telelombardia, nonché amico di SpazioMilan.it. Andrea, il mister Angelo Orefice e il compagno Alessandro Battista, detto Ale Bomber, hanno tirato le fila e, come dei veri direttori sportivi, hanno stilato una rosa che all’inizio puntava soltanto a tenersi in forma (“Su 11 squadre speriamo di arrivare ottavi o noni”) ma che con il passare delle giornate ha alzato sempre più l’asticella degli obiettivi, fino a raggiungere con grandi meriti il traguardo più grande, per la gioia del Presidente Francesco Soletta.

Un gruppo ben assortito, con l’esperienza del più “anziano” Alessandro Micheri, macellaio dai piedi raffinati, trascinato dal tifo del suo piccolo Tommy. Fondamentale anche l’incoscienza dei più “sbarbatelli”, come i 18enni Davide Marcinnò, detto Dino, e Davide Pizzagalli, per tutti Pizza: cavalli pazzi da domare e cavalcare con prudenza. In porta Antonio Voci, detto The Voice: il numero 1 meno battuto di tutto il torneo, saracinesca giù e tanti saluti. In difesa Davide Redaelli, detto Francobollo: un vero e proprio incubo per gli attaccanti avversari. Con lui l’altro Andrea Longoni, stesso nome e cognome del primo, detto Bilo: puntuale e rognoso come pochi, agli avversari non fa complimenti. Che dire di Stefano Gaspani, Gas è l’uomo giusto al posto giusto e al momento giusto, senza dimenticare Cazza, Casso e il buon Mussi.

Immancabile la duttilità, nella testa e nei piedi di Andrea Ghisolfi, detto Ghiso: sacrificio e rispetto delle consegne garantito. Come per Micaele Vergani, detto Mig: silenzioso ma saggio come pochi con il pallone. Fondamentale anche la fantasia e l’imprevedibilità di Ale Bomber: uno con piede e cuore caldi, anzi bollenti, a tratti imprendibile, come Daniele Garlaschi, detto Garla, il valore aggiunto quando il gioco si fa duro. Non manca il Daniele Massaro della Brianza: Cristian Radici, l’opportunista, in senso buono, sotto rete. Squadra trascinata dalle reti di Filippo Vitte, un passato da attore e un presente da cannoniere: Super Pippo, un nome, una garanzia, di tanti gol appunto. E poi Andrea Longoni, detto Cap, il capitano: grinta e cuore a servizio dei compagni, sempre sul pezzo anche senza microfono. Magistrale la guida di Mister Orefice, che ha fatto sue le migliori qualità di Ancelotti, Conte, Guardiola e Mourinho, e ha portato i suoi ragazzi al trionfo.

I Pegaso hanno conquistato il titolo, un piccolo grande risultato, in un percorso di sette mesi che oltre alle vittorie ha costruito nel gruppo grandi amicizie: in fondo, questa è una delle più belle vittorie dello sport. Con loro anche tanti tifosi: da Dodo Longhi, a Davide Russo De Cerame, senza dimenticare Davide Vitali, amici e fidanzate. E allora complimenti ai Pegaso, di loro ne sentirete parlare a lungo…

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