La fede non si baratta: 5 motivi per fare (o non fare) l’abbonamento

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

Esattamente una settimana fa eravamo qua a capire quando avremmo cucito il diciannovesimo tricolore sul petto. Qualcuno diceva Natale, altri Pasqua. Però lo scudetto 2015/2016 era già rossonero. Sette giorni dopo siamo tornati ad affogare nella parte destra della classifica, sprofondati a picco in un sabato che probabilmente ci ricorderemo per sempre. Eppure dev’esserci qualche motivo, proprio ora che siamo a fondo, per rinnovare la fiducia in una società spalle al muro, senza scuse e senza attenuanti. Perché di farci prendere in giro siamo stufi ed è arrivato il momento di farglielo capire. Come? Semplice: sottoscrivendo l’abbonamento domani mattina. Ma sei scemo? No, ecco perché.

1) Giuro che me la sono vista tutta. La photogallery che il Milan propone, nella stessa pagina web della campagna abbonamenti, sotto il classico testo in burocratese che ti invita a rinnovare la fede per la tua squadra del cuore. Prima Zambrotta. Poi spunta Ibra: perennemente incazzato, ma che giocatore. Pato, uno striscione della Curva Sud e poi Inzaghi. Ma l’hanno appena esonerato! Eppure è ancora lì. Fare l’abbonamento per quella maglietta, quei colori, quelle vittorie, oggi, vale più di ieri.

2) Io non ho mai fatto un abbonamento. Ma ho sempre invidiato chi ha avuto le palle – e l’onore – di sottoscriverlo negli ultimi due anni. Avrei voluto vedere la faccia di questi pazzi quando andavano dal cassiere di banca di turno e, fra un mutuo e un prestito, loro chiedevano “l’abbonamento del Milan”. Ecco, questo è amore. Che non può essere paragonato a quello per una donna o a quello per la macchina dei nostri sogni, però è pur sempre amore. E l’amore senza fiducia non esiste.

3) “Nella gioia e nel dolore” è il titolo della campagna abbonamenti del Milan. L’ultimo anno abbiamo fatto registrato il dato più basso nell’era Berlusconi e avete fatto bene. Eppure una settimana fa vedevo entusiasmo, fame, finalmente felicità negli occhi dei tifosi rossoneri per i vari Ibra, Jackson Martinez, Kondogbia. Impossibile che tutto questo improvvisamente sia sparito in un sabato di giugno. Un atto di fede oggi, massiccio e importante, per dare fiducia ad una società senza cuore. Può sembrare utopia, e forse lo è, ma è l’essenza del tifoso.

4) Quanto è bella la nuova fermata di San Siro della metro Lilla?

5) Mi sono tenuto l’ultimo punto per l’aspetto tecnico della rosa che vedremo da settembre a San Siro. Ci hanno promesso la luna e ora ci vogliono far digerire il fango. No, non sarà così. L’esposizione mediatica alla quale siamo andati incontro, con relative pernacchie di quelli che ci hanno soffiato Kondogbia, è un passo che non può essere rimangiato. Gli investimenti ci saranno, i campioni arriveranno. Ora, però, fly down e calma. Dovete fidarvi di un giovane (aspirante) giornalista? No. Ma del caro, vecchio, bistratto – anche giustamente – Milan, forse, sotto sotto, lontano lontano, sì.

P.S. E i motivi per non rinnovare dove sono finiti? Sono lì. Cinque punti a favore che possono diventare a sfavore semplicemente aggiungendo qualche preposizione negativa qual e là nei vari periodi. Ma infondo la fede non si baratta, giusto?

Twitter: @SBasil_10

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