Mr. Bee: prodezza o follia? Con lui Sinisa ha più libertà. E il mercato…

Daniele Mariani è giornalista pubblicista. Nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Lavora quotidianamente presso Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT) in qualità di conduttore del programma “Rotocalcio” (dalle 9.30 alle 12) e responsabile di “Milan Time”. Collabora con Mi-Tomorrow e il Giornale di Vimercate. E’ ospite di Top Calcio 24, Milan Channel e Calcissimo TV.

Spendere mezzo miliardo di euro e fermarsi al massimo della minoranza senza mai comandare. Nemmeno a scriverlo si riesce a credere fino in fondo al comunicato congiunto di Fininvest e Mr. Bee sulla cessione del 48% del Milan. Tra le righe sembra nascondersi un dettaglio gigante, ovvero la possibilità del broker di Bangkok di impadronirsi della società nel medio-lungo periodo. Se così non fosse saremmo di fronte ad una prodezza inimitabile firmata Silvio Berlusconi, di conseguenza ad una follia di Bee Taechaubol. Il presidente rossonero venerdì scorso ha aperto la porta di Arcore e il portafoglio del Milan, compiendo il primo passo verso il suo addio. Per parlare di nuova storia è ancora presto, i prossimi due mesi serviranno a scoprire la verità e definire l’accordo.

Essere in mezzo alla rivoluzione, e poterla raccontare, entusiasma ma allo stesso tempo disorienta. Sembra incredibile ma solo una settimana fa il Milan di Inzaghi vinceva a Bergamo e finiva il campionato, mentre adesso il posto è di Mihajlovic. Scelta forte e molto interessante quella del serbo, allenatore giusto, uno dei migliori sulla piazza, in un momento fortunato. Il cammino di Sinisa inizia sotto una buona stella (magari come la seconda da cucire sulla maglia al ventesimo scudetto): l’arrivo di Mr. Bee gli regalerà un mercato importante ed alleggerirà fin da subito il peso del rapporto con Berlusconi, già sollevato dai media. Sopportare i consigli spesso scomodi del numero uno del Diavolo adesso è un problema minore, in ogni caso Mihajlovic deve convincere a pieno i tifosi. Si torna inevitabilmente alle parole famose spese nel 2010: “Potrei anche morire di fame, ma non allenerò mai il Milan. Io sono interista“. Sbagliate più che gravi, riflesso di una normale inesperienza di fondo: da lì in poi è cresciuto (allena in Serie A da 7 anni), raddrizzato il tiro (“Il mio sogno è ottenere i successi ed affermarmi come tecnico e per questo direi di sì al Milan“, lo ha detto il 20 marzo 2015) e imparato che il mercato delle panchine quasi non conosce bandiera.

Da frasi così può nascere il cambiamento. Per trovare l’esempio bastare tornare sul caso Mr. Bee, invitato da Berlusconi in diverse prese di posizione ad evitare la popolarità se non abbinata a grossi capitali freschi. Da qui partirà o meno il futuro del Milan: investire in estate (migliorando la lista dei nomi, fino ad ora troppo ferma a Bertolacci, Soriano e Maksimovic) è l’unica cosa che conta per vivere un domani glorioso.

Twitter: @Nene_Mariani

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