Cessioni, adesso tocca a Menez? Da non dimenticare l’idea Pjaca

Ceduto El Shaarawy con una trattativa improvvisa, notturna ma per certi versi preventivabile, il futuro dell’attacco del Milan passa anche dalle valutazioni relative all’impiego di Menez. Se il ruolo di seconda punta non calzava sulle misure del Faraone, potrebbe addirittura andare stretto al francese, che non ha mai fatto mistero di preferire la posizione di falso nueve. È da attaccante centrale che sono nati molti dei 16 gol (di cui 8 su rigore) realizzati in stagione, ma anche un accentramento del gioco difficilmente compatibile con la vicinanza di un altro grande goleador. Ancor più se il compagno di reparto si dovesse chiamare Ibrahimovich, specialista nel valorizzare i centrocampisti ma difficilmente compatibile con chi ama la palla tra i piedi.

Jeremy Menez è stato acquistato a parametro zero e, dopo una stagione in cui è stato croce e delizia dei rossoneri, non è esclusa una partenza per motivi tattici ed economici. Una plusvalenza fa sempre comodo, soprattutto per un giocatore ventottenne a due anni dalla scadenza di contratto. Da valutare le eventuali offerte perché, pur deliziando con giocate da fuoriclasse, il francese non ha mai unito la critica nelle squadre in cui ha militato, venduto per 8 milioni dalla Roma e perso a parametro zero dal PSG. Negli scorsi giorni è balenata l’idea di un inserimento del numero sette nella trattativa legata a Witsel, ma è tutto da verificare l’interesse dello Zenit, così come la disponibilità del giocatore.

Nel frattempo, da non sottovalutare l’ipotesi di mercato relativa a Marko Pjaca, seguito con interesse dalla dirigenza rossonera nelle scorse settimane. Classe ’95 ma già eletto miglior giocatore del campionato croato con la maglia della Dinamo Zagabria, talento e atteggiamento impeccabile ne fanno una delle migliori promesse del calcio europeo. Nato ala ma seconda punta in pectore, agevolato dai 183 cm di un fisico solido, nell’ultima stagione ha collezionato 14 reti e 5 assist. Una trattativa che potrebbe portare a Milano un talento cristallino e, al tempo stesso, rinfrancare i tifosi che vedono svanire quel progetto giovani tanto auspicato.

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