La difesa non si rialza: basta Romagnoli per scuoterla?

La difesa rossonera continua a non convincere. Anche in occasione delle débâcles subite nel corso delle amichevoli contro il Bayern Monaco e contro il Tottenham, i centrali di Sinisa Mihajlovic sono stati autori di errori caratterizzati da troppa superficialità, da un eccesso di sicurezza e dalla mancanza della giusta concentrazione. Nella fattispecie, a seguito di quanto visto durante le due gare di Audi Cup, i due difensori del Milan terminati nel mirino del tecnico serbo e della stampa sono stati Cristian Zapata e Alex.

Ma mentre il difensore centrale colombiano, in campo soltanto nel corso della sfida contro i campioni di Germania, ha alternato due disimpegni errati a interventi provvidenziali, tanto da avere sventato numerose occasioni da gol, diverso è il discorso riguardante l’ex pilastro di PSV Eindhoven, Chelsea e Paris Saint Germain. Lento e impacciato, nei ventisei minuti in cui è stato in campo, Alex ha propiziato la rete del tre a zero del Bayern Monaco, si è fatto a più riprese superare dalle punte del Tottenham e ha dimostrato, per l’ennesima volta, di essere un giocatore sul viale del tramonto. Ecco allora che, per rinforzare al meglio la zona centrale della retroguardia, servirebbe un innesto in grado di assicurare solidità, compattezza, rapidità, senso del gioco e abilità in fase di impostazione.

Insomma, servirebbe un difensore di alto livello, continuo nel rendimento e capace di cambiare volto al reparto arretrato. In merito, il giovane Romagnoli, che potrebbe presto arrivare sulla base di venticinque milioni più bonus, potrebbe non essere l’uomo giusto. Malgrado abbia grandi potenzialità, il centrale giallorosso deve ancora dimostrare di potere militare in un club di prima fascia e ogni tanto è incappato in svarioni a dir poco gravi ed evitabili: se dovesse approdare al Milan, rappresenterebbe un’incognita. Problema.

La retroguardia del club di Via Aldo Rossi ha bisogno di certezze, non di scommesse. Un giocatore come Romagnoli, promettente ma non ancora esploso, potrebbe non bastare per migliorare un reparto alla ricerca di stabilità e solidità. Anziché investire quasi trenta milioni per un talento non ancora sbocciato appieno, sarebbe quindi meglio virare su un difensore centrale di prima fascia, completo e affermato, che abbia già dimostrato di sapere fare bene in qualsiasi circostanza e di potere rendere al meglio con regolarità. Sì, perché i discontinui e gli enigmatici possono aspettare…

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