Milan, la crisi delle borse asiatiche minaccia l’accordo Bee-Berlusconi

Le borse asiatiche stanno attraversando uno periodi peggiori della propria storia e una delle conseguenze finora meno considerate, per ovvie ragioni di priorità mondiale, è che questa crisi si può ripercuotere sul Milan di Silvio Berlusconi.

Essere tifoso milanista in questi giorni è un po’ come ritrovarsi all’improvviso su un gommone a fare rafting estremo, prova Liberoquotidiano.it. Sabato le prime voci striscianti, poi confermate, del ritorno di Mario Balotelli in rossonero che ha fatto inviperire più di un milanista – vedi tra i più noti Matteo Salvini – e poi il giorno dopo la mazzata al Franchi di Firenze, dove l’esordio di Mihajlovic in campionato è stato marchiato da due impallinate viola. E poi il lunedì nerissimo con il crollo delle borse di Hong Kong, Shangai, Tokyo, la frenata dell’economia cinese e le ripercussioni inevitabili su tutto il sistema economico globale. Una di queste è l’ipotetica difficoltà che potrebbe incontrare il broker thailandese Mr. Bee che deve ancora strutturare, cioè pagare materialmente, l’acquisto del 48% del club rossonero. Scrive infatti Carlo Festa sul suo blog del Sole 24 ore che il broker deve ora raccogliere i capitali da una serie di investitori asiatici, la cui identità è ancora sconosciuta al pubblico, oltre che dalla banca d’affari Citic, monumentale braccio di liquidità del governo cinese.

Proprio Pechino dovrebbe approvare un grosso finanziamento, considerando che la cifra su cui si è chiuso l’accordo tra Bee e Berlusconi è di circa 480 milioni di euro. Gli esperti, aggiunge Festa, sono però scettici che il governo cinese sia così felice di concedere così tanta liquidità, soprattutto durante una “tempesta finanziaria”. L’operazione è sempre più a rischio, così come lo sarebbe in un attimo anche la stagione del Milan.

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