Buon compleanno Sheva, indimenticabile Zar della notte di Manchester

Il 29 settembre è un giorno veramente speciale in casa Milan: non solo quello del Presidente Silvio Berlusconi, ma oggi ricorre anche il compleanno di Andriy Shevchenko, uno degli ultimi campioni, dentro e fuori dal campo, che i tifosi milanisti possono ancora vantare.

Potenza, velocità e classe, l’attaccante ucraino arriva a Milano nell’anno del centenario rossonero a 23 anni, alla corte di Alberto Zaccheroni appena divenuto Campione d’Italia. Non tutti lo conoscono, lo scetticismo è forte e i cugini interisti hanno appena acquistato Christian Vieri. Ma Sheva in poco tempo conquista i tifosi, non solo milanisti: segna subito all’esordio contro il Lecce e già nella prima stagione italiana si laurea capocannoniere del campionato (ripetendosi poi nella stagione 2003/04), realizzando un’impresa che solo Michel Platini era riuscito a compiere.

I numeri dello Zar sono impressionanti: con 167 reti è il secondo marcatore di sempre nella storia del Milan, preceduto solamente da un mostro sacro come Gunnar Nordahl. Non solo: al momento risulta essere il giocatore ad avere realizzato più gol nel derby della Madonnina, con 13 marcature all’attivo. Ha lasciato il segno anche in Champions League con la maglia rossonera, conquistando per ben due volte (1998/99 e 2004/05) il titolo di capocannoniere della competizione continentale e posizionandosi al quinto posto della classifica generale dei marcatori, con ben 59 gol, oltre ad aver realizzato un’epica quaterna ai danni del Fenerbache, nel 2005, che gli ha consentito di entrare in una esclusiva lista nella quale compaiono fenomeni del calibro di Van Basten, Messi e Ibrahimovic, che come lui hanno compiuto l’analoga impresa.

Il palmares personale di Shevchenko parla da solo: con la maglia del Milan è riuscito a conquistare in sette anni uno scudetto, firmando la rete decisiva nello scontro diretto contro la Roma, una Supercoppa europea, vinta proprio grazie a un suo gol, una Supercoppa italiana, nella quale firmò una tripletta indimenticabile contro la Lazio, una Coppa Italia e una Champions League. Proprio in questa occasione, indimenticabile rimane il suo rigore (ultimo della sequenza) nella finale di Manchester contro la Juventus, che ha portato a Milano per la sesta volta la Coppa dalle Grandi orecchie: sguardo teso e concentrato, palla da una parte, Buffon dall’altra e rossoneri ancora una volta Campioni d’Europa. Nel 2004 inoltre vince il Pallone d’Oro (con 175 voti), divenendo il quinto vincitore del titolo in maglia milanista, dopo Rivera, Gullit, Van Basten e Weah, e seguito tre anni dopo da Kakà.

Ma non solo per questi grandi successi Shevchenko è rimasto nella memoria, ma soprattutto nel cuore tifosi milanisti: Andriy nelle sette stagioni in rossonero si è rivelato grande campione di correttezza, dimostrandosi un raro esempio di professionalità, semplicità e umiltà, un uomo fantastico come pochi si vedono ora calcare i campi di calcio. Tanti auguri campione, tanti auguri Sheva!

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