L’Espresso, dubbi sulla provenienza dei fondi di Mr. Bee: “Da neri a rossoneri”

E’ una vera e propria “bomba” destinata a lasciare trascichi quella lanciata oggi da L’Espresso. Un’inchiesta firmata da Paolo Biondani e Vittorio Malagutti mette in dubbio la provenienza dei fondi cheĀ Bee Thaechaubol sta per versare nelle casse del Milan per acquisirne il 48 per cento.

Secondo il settimanale in edicola, i consulenti del compratore thailandese sono “vecchie conoscenze della Fininvest“. Si tratta di Gerardo Segat, Paolo Di Filippo e Andrea Baroni, fondatori della societĆ  di Lugano Tax & Finance, che, sempre in base a L’Espresso, “adesso assistono l’uomo d’affari thailandese“. E ancora, scrivono nell’inchiesta: “La loro carriera ĆØ perĆ² iniziata una ventina di anni fa a Londra nel gruppo del finanziere Ali Sarikhani. E in particolare negli uffici della Edsaco. E quest’ultima altro non era che lo snodo della finanza occulta del gruppo Berlusconi”.

“La vicenda – scrive L’Espresso – risale al 1996, quando i magistrati di Milano alzarono per la prima volta il velo sulla rete di societĆ  off shore del sistema Fininvest. Ebbene, a quell’epoca, i tre professionisti della Tax & Finance lavoravano per il gruppo finanziario inglese che amministrava quel network di sigle estere intestatarie di conti bancari segreti. Proprio la scoperta di quelle societĆ  cassaforte ĆØ costata all’ex presidente del consiglio, nel 2013, la condanna definitiva per frode fiscale e la decadenza da parlamentare. Alla perquisizione a Londra era sicuramente presente Baroni, che ĆØ citato anche nelle sentenze. La sentenza definitiva dello stesso caso giudiziario spiega che durante quella movimentata perquisizione, come ricostruisce l’Espresso, alla polizia inglese furono nascosti i fascicoli sulle offshore personali di Berlusconi. SocietĆ -cassaforte scoperte dai magistrati solo dieci anni piĆ¹ tardi, proprio con l’indagine sui diritti tv di Mediaset. Quelle offshore, come hanno poi accertato i giudici, custodivano piĆ¹ di 300 milioni di dollari, accumulati su conti esteri mai dichiarati al fisco”.

GiĆ  ad agosto il settimanale edito dal gruppo De Benedetti aveva avvertito: “Lā€™ingresso di mezzo miliardo di euro anonimi dallā€™estero in una societĆ  italiana ĆØ seguito con attenzione dalla Guardia di finanza“. Non vi ĆØ nulla di anomalo, infatti, che si verifichi la provenienza di capitali in ingresso in Italia. Staremo a vedere se questi nuovi particolari emersi oggi rappresentino solo un nuovo sgarbo del nemico De Benedetti a Fininvest.

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