Amelia: “Con Seedorf il Milan aveva regole e disciplina, non era lui il problema. Allegri, zero dialogo. Bonera? Sì, fu rissa…”

Marco Amelia, attraverso le pagine di Libero decide una volta per tutte di fare luce sulla lite con Bonera e non solo, durante la tanto discussa gestione Seedorf. Di seguito le parole del nuovo portiere del Chelsea.

Arrivo al Milan nel 2010, ci resto fino al 2014 – spiega l’ex portiere rossonero -. Mi chiama Galliani. Le cose per me non vanno bene fin dall’inizio, per giocare devo sperare nell’infortunio di Christian (Abbiati ndr), per un periodo sono anche titolare ma poi Allegri mi esclude senza motivo. Con lui non c’è dialogo, voglio andare via ma Galliani mi dice di restare. Poi successivamente a gennaio è Clarence Seedorf che mi chiama e mi dice di restare. Io non ci penso due volte, Clarence per me è un maestro, uno due migliori di sè ore“.

Sulla gestione Seedorf: “Io e Kakà, quando appreso dai giornali che qualcuno si era permesso di andare dal presidente Berlusconi per chiederne l’esonero, abbiamo chiesto delle spiegazioni nello spogliatoio, ma gli interessati ci hanno detto di non saper nulla. Il problema non era Seedorf. Con lui il Milan aveva regole e disciplina. Lo hanno fatto passare per “grottesco”, il mister che voleva allenarsi al pomeriggio per dormire al mattino, ma la verità era un’altra: voleva togliere certe “comodità” alla rosa. Se ti alleni al mattino poi hai tutto il giorno libero…

Sulla lite con Bonera: “Quella rissa ci fu per davvero. Dopo una giornata a “Casa Milan” io ed El Shaarawy ci fermiamo a firmare autografi con i tifosi. Gli altri salgono sul pullman. Un dirigente mi chiede di convincere la squadra a scendere. Qualcuno mi risponde “non ho voglia”. Poi lo stesso dirigente “invita” tutti a darsi una mossa. Tornati sul pullman sento delle battute che non mi piacciono, tra me e Daniele volano parole grosse, non ci vedo più e lo colpisco. I compagni mi bloccano, altrimenti ne avrei colpiti molti di più. C’erano 400 tifosi che avevano preso il permesso dal lavoro, ci vuole rispetto…”.

Impostazioni privacy