“Decido io”. Mihajlovic risponde per le rime a Berlusconi, ma con il Torino non può davvero sbagliare

Yes-man? No, grazie. “Decido io”. Oggi La Gazzetta dello Sport apre in prima pagina con l’estrema sintesi, di fatto, del Mihajlovic visto e soprattutto ascoltato ieri in conferenza stampa a Milanello. Una risposta con le rime (non la sola) dopo le punzecchiature attribuite nei giorni scorsi a Berlusconi rivolte al suo operato in merito alla gestione tattica della squadra.

All’allenatore non avranno certo fatto piacere queste critiche, ma al Milan è la prassi: spesso, quando la squadra non gli piace, il Silvio lo sottolinea. E anche se diverse esternazioni vengono effettuata in sede privata, spesso finiscono per essere rese pubbliche. Il serbo è apparso comunque sereno e sorridente, rivendicando però la piena autonomia decisionale e mostrando ancora una volta grande carattere (per esempio ha negato che il presidente abbia fatto vedere alla squadra i dvd di Barcellona e Bayern Monaco, modelli di riferimento nel gioco). Parole forti e per nulla casuali: su modulo e scelte comanda Sinisa. Un conto è suggerire in forma privata, quelli all’ex Sampdoria vanno benissimo e lo ha sottolineato fin dal raduno dello scorso 3 luglio, un altro il vizietto di pronunciare spesso questi “spifferi popolari”.

Al termine della bruciante sconfitta con il Napoli sono arrivati i resoconti di Matteo Salvini, poi le dichiarazioni del numero uno rossonero (sul profilo personale di Facebook), quindi la cena di Arcore con il mister e Adriano Galliani e le successive esternazioni di Berlusconi, che preannunciava un Milan diverso nello spirito e nel gioco. Fino alle (presunte) frecciate sulla gestione tattica, che hanno suscitato la replica di Miha. Ma adesso è tempo di pensare al Torino (stasera, 20.45): una sfida da vincere ad ogni costo, in caso contrario non ci saranno giustificazioni.

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