Profondo rosso-nero: i numeri della crisi Milan e quei 90 milioni spesi per la mediocrità

Profondo rosso-nero. Parafrasando il titolo del famoso film cult, ecco la vera situazione del Milan. La squadra di Mihajlovic, reduce dal pesantissimo K.O. casalingo contro il Napoli di Sarri, sembra essere ormai in balia di se stessa. Il Campionato sta entrando nel vivo, già 7 partite disputate, ed il Milan continua a barcollare in un’inquietante mediocrità: 9 punti in classifica con 3 vittorie e 4 sconfitte. Un cammino non certo da zona coppe europee.

La Gazzetta dello Sport, in edicola oggi, cerca di analizzare il momento horribilis del Milan ponendosi alcuni quesiti: il primo senza dubbio riguarda l’apporto che il tecnico serbo doveva garantire alla squadra. Poca grinta, poca attenzione, poca voglia, insomma: poco Mihajlovic. Quello che appare evidente, infatti, è che il tecnico serbo non sia ancora riuscito a trasmettere, al gruppo, la propria grinta ed il proprio carisma al fine di mettere in campo, come aveva promesso in estate, 11 leoni.

In secondo luogo, poi, c’è la “questione mercato”. 90 milioni spesi in estate, che hanno tracciato una linea netta con la precedente gestione Inzaghi, fatta a risparmio con i consueti parametri zero. Da Bacca ad Adriano fino a Kucka, senza dimenticarci il trio italiano Romagnoli, Bertolacci e Balotelli.

Un mercato, nei numeri, sontuoso, ma che già durante le prime uscite di campionato aveva fatto chiaramente intravedere i suoi deficit. Durante Milan – Empoli, ad esempio, la curva aveva pesantemente criticato la campagna acquisti perché non in linea con le ambizioni palesate dal club. Sul banco degli imputati, nemmeno a dirlo, Adriano Galliani, le sue scelte, ed il suo modo di fare mercato.

Paradossale, alla luce degli investimenti effettuati, che questo possa diventare il peggior Milan dell’era Berlusconi.  Per ora la classifica dice 9 punti, uno ogni dieci milioni spesi: evidentemente troppo poco. E la crisi è certificata in tutti i reparti: il Milan è la quartultima squadra di Serie A per tiri in porta, 23 in 630 minuti disputati, praticamente un tiro ogni mezz’ora. Se l’apporto di attaccanti e centrocampisti appare deludente non hanno certamente fatto meglio i difensori: la differenza reti segna un – 5 impietoso, 13 gol subiti a fronte degli 8 realizzati. Dopo il Carpi, neo promosso e con un budget per i trasferimenti nemmeno lontanamente paragonabile a quello del Milan, i rossoneri sono la peggior difesa del campionato.

Appare chiaro, dunque, che la situazione debba essere modificata al più presto. Serve fare quadrato ed affrontare le difficoltà perché il Milan non può e non deve essere questo ed i primi a capirlo dovrebbero essere allenatore e giocatori.

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