Donnarumma fra Mihajlovic, Buffon e il Barcellona: ecco le stigmate del campione

In tanti lo hanno dichiarato, poi quelli che realmente ci sono riusciti forse non si contano nemmeno sulle dita di una mano. La sua, però, di mano, è molto più grande del normale e riesce ad arrivare dove i suoi coetanei neanche riescono a sognare. La vita di Gianluigi Donnarumma è un film ancora da produrre, una pellicola da scrivere e riscrivere, come la sua storia nel Milan di Mihajlovic. Sì, perché senza l’allenatore serbo adesso il talento classe ’99 non sarebbe alla corte di Di Biagio, allenatore dell Nazionale Under-21.

Tre settimane fa doveva rispondere alla convocazione con la Nazionale Under-17, ma il Milan ha bloccato tutto avvisando la Federazione che “Gigio dove rimanere a Milanello”. Motivo? In pochi lo avevano capito, ancora meno quelli che ci credevano davvero. Donnarumma titolare nel Milan e Diego Lopez in panchina, poi l’infortunio dello spagnolo e bla bla bla. Intanto lui gioca – benissimo – e difende i pali rossoneri senza paura e con umiltà. “Vorrei diventare un numero uno come Buffon. Nazionale? La Nazionale è tutto, un sogno. Ora lo vivo qua, nel ritiro dell’Under, un giorno spero con l’Italia maggiore. Mondiali 2018? Magari…”, ha detto nell’ultima intervista alla stampa. E come fai a non dargli ragione. Proprio lui che la stagione scorsa neanche giocava in Primavera perché probabilmente ancora acerbo, mentre sabato prossimo dovrà vedersela contro Morata e Dybala. Se non è un sogno questo, non svegliateci ancora.

Ma il Milan rimane il presente e il futuro: “Se arrivasse un’offerta dall’estero? Oggi rifiuterei anche il Barcellona. Sono già in un top club”, ha concluso Donnarumma. Non rimane che credergli e sognare che, un giorno, a difendere la porta della Nazionale, ci sia proprio un portiere rossonero.

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