Flop Abate, poco Cerci: a Torino il Milan cade proprio sulla destra

Ieri sera nel Milan tante cose non hanno funzionato, sopra tutte la catena di destra. Già, dopo una prima mezzora nella quale la Juventus ha anche concesso qualche occasione su quella fascia, anche a causa di un Evra non proprio in formissima, un po’ per colpa della sorte, un po’ per la mediocrità degli interpreti rossoneri, il Diavolo infatti è stato messo alle corde nella zona di campo presidiata da Abate e Cerci e, dopo una serie di pericoli sventati, proprio lì è stato colpito.

Abbiamo parlato di sorte, appunto, e di interpreti. Relativamente alla prima, è necessario sottolineare che nei primi minuti i bianconeri hanno paradossalmente dato come l’impressione di essere in difficoltà proprio da quella parte. Poi il terzino francese esce infortunato, entra Alex Sandro e la partita cambia piega. Cambia piega perché l’ex Porto, fino a ieri dimenticato da Max Allegri, è una furia e il rientrante Abate, preferito a De Sciglio forse in maniera un po’ azzardata, non riesce a contenerlo. I Campioni d’Italia lo capiscono e, dopo un paio di sfondamenti tentati, al 65’ passano in vantaggio proprio per un suo errore: Pogba inventa, Alex Sandro serve Dybala che, dimenticato dentro l’area proprio dal terzino milanista, insacca. Ma da imputare al numero 20 milanista non solo il gol: pasticcia tanto in disimpegno, copre poco e non offende, senza offrire ulteriori opportunità di gioco ai centrocampisti del Milan, ma soprattutto concedendo troppo campo agli esterni bianconeri. Le fasce continuano ad essere un rompicapo per il Milan che, quando fatica a sfondare per vie centrali, non riesce a creare occasioni, proprio a causa di un’evidente carenza di opzioni sull’esterno.

E poi Cerci. Anche l’ex Toro, nonostante un paio delle sue consuete progressioni, incide poco e non conquista mai la superiorità numerica. Senza considerare poi l’occasione fallita a pochi minuti dall’intervallo, quando imbeccato da una splendida palombella di Bonaventura, spreca di testa a pochi passi da Buffon. Sintetizzando, poco supporto in mezzo al campo, cosa che invece lo speculare Niang fa molto bene, e giocate sempre prevedibili fanno riscendere una nube di dubbi intorno a lui: se è vero che rispetto a quello visto la scorsa stagione questo pare essere un Alessio Cerci decisamente più concentrato e voglioso, anche il test di ieri sera ha fatto luce su tutti i sui limiti tecnici e agonistici. E se davvero il Milan ambisce a zone più alte della classifica, lì davanti serve indubbiamente più qualità ma soprattutto più gol.

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