Ancelotti: “Mi manca il lavoro sul campo: voglio tornare ad allenare una big. Sono stato vicino al ritorno al Milan, ma…”

Queste le dichiarazioni rilasciate, a Mediaset Premium, da Carlo Ancelotti, in merito a un suo possibile approdo al Bayern Monaco: “Tutti stanno aspettando la decisione di Guardiola. Essere accostato a una panchina importante come quella del Bayern è molto stimolante. A me, però, piace molto l’Inghilterra. In generale, il mio desiderio è quello di tornare ad allenare presto una grande squadra. Mi manca il lavoro sul campo, ma ero ben cosciente di volermi prendere un anno di riposo“.

Su un’ipotetica chiamata della Nazionale: “Non ho ancora una tentazione forte per una nazionale, anche perché mi piacerebbe tornare ad allenare tutti giorni. Soprattutto perché ho una grande voglia di vincere un’altra Champions League“.

Sulla Serie A e sull’attuale situazione del Milan: “Tra gli stranieri che giocano in Italia, mi piacerebbe allenare Higuain, che ha portato il Napoli nelle prime posizioni con i suoi gol. Tra gli italiani, ci sono tanti giovani italiani che stanno uscendo in questo periodo, penso per esempio a Insigne, Baselli, Bernardeschi e Romagnoli che sta facendo un bel campionato con il Milan”.

Sul suo mancato ritorno in rossonero, la scorsa estate: “Quest’estate sono stato parecchio vicino alla panchina rossonera, perché Galliani ha fatto un forte pressing. Ha prevalso la mia volontà di stare tranquillo, anche per via dell’operazione, quindi, a malincuore, ho dovuto dire di no. Mihajlovic è stata una buona scelta: ha il carattere, le capacità e le conoscenze per riportare in alto il Milan. Ma per raggiungere i livelli più alti non bastano le idee, servono anche investimenti e fatturato“.

Sul paragone tra Sarri e Sacchi: “Non lo considero Sarri il nuovo Sacchi: Sacchi è inimitabile. Sarri è diverso e, a me, piace: un allenatore bravo si vede dall’identità che riesce a dare alla squadra e il Napoli ha una precisa identità“.

Su Mancini: “Lo accusano di giocare un calcio antico? Per me, è molto bravo e capace: gioca un calcio atletico, dinamico e magari meno di qualità, ma sta sfruttando le caratteristiche della squadra“.

Sulla Juventus: “Può ancora vincere lo scudetto, tutto può succedere: più squadre sono coinvolte, più si abbassa la quota e, quindi, la partenza a handicap dei bianconeri può essere assorbita. Può tornare protagonista, anzi, è già lì. Allegri fuori dal podio del Pallone d’oro degli allenatori? Sono valutazioni soggettive: probabilmente, avrebbe meritato di entrarci, perché la stagione scorsa è stata da ricordare“.

Sulla Roma: “Non ha ancora trovato l’equilibrio tra il grande potenziale offensivo e una certa vulnerabilità difensiva. Deve lavorare soprattutto sotto questi aspetti“.

Sulla sua esperienza al Real Madrid: “L’esonero mi è dispiaciuto, perché avevo ottimi rapporti con la squadra, che, secondo me, aveva ancora molto da dare. Quando ho firmato per il Real, sapevo che, se non avessi vinto, mi avrebbero mandato via, perché è la storia del club. Ma per allenare i blancos, ne valeva la pena di correre il rischio. Mi aspettavo le difficoltà di Benitez, perché il Real Madrid è così: devi sempre e solo pensare a vincere e l’ambiente ti mette pressione. Non sono pazienti i tifosi, non lo è la stampa e non lo è nemmeno il club, a cominciare dal presidente“.

Sul momento del Chelsea: “Anno difficile? Il problema non è mai solo dell’allenatore. La squadra non sta facendo come l’anno scorso, probabilmente, il fatto di aver vinto li ha demotivati un po’, facendoli soffrire, anche se ora si stanno riprendendo. Ma Mourinho è sempre lo stesso, nelle vittorie e nelle difficoltà: è un top allenatore“.

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