Niang ala, Cerci in panchina. Ma al Milan serve un nuovo numero “7”

Fuori Cerci. È questa la probabile mossa di Mihajlovic per dimenticare la delusione di Modena e rilanciare i rossoneri in vista di Milan-Verona di domenica: l’Henry di Valmontone, divenuto un titolare inamovibile con il passaggio al 4-3-3 prima e al 4-4-2 dopo, tornerà in panchina dopo quasi due mesi e lascerà spazio in corsia a M’Baye Niang. Il francese agirà da esterno destro di centrocampo dopo le ottime prestazioni da punta centrale e la buona prova da ala sinistra contro l’Atalanta, candidandosi a jolly dell’attacco milanista e scavalcando nelle gerarchie dell’out destro Honda, Suso e gli “adattabili” Kucka e Poli. Un passaggio probabilmente inevitabile che, salvo clamorosi e fragorosi flop, caratterizzerà il Milan di campionato almeno da qui a Natale.

D’altronde, dal 4-3-3 al 4-4-2, i compiti degli esterni alti sono diventati decisamente più delicati. Se Bonaventura a sinistra è in grado di assicurare qualità in avanti e sacrificio e sagacia tattica in ripiegamento, Cerci paga a caro prezzo le proprie caratteristiche da attaccante: l’ex Torino è poco adatto per natura e istinto a giocare da esterno di centrocampo, in un ruolo in cui sono fondamentali il senso della posizione, la continuità nell’arco dei 90 minuti e il lavoro in fase di non possesso. L’11 rossonero è sbocciato e ha dato il meglio da seconda punta, senza obblighi di copertura e con la possibilità di sfruttare in campo aperto le propria velocità: una situazione tattica diametralmente opposta a quella prospettata oggi nel Milan di Mihajlovic.

Ma per Niang, in ogni caso, questa dovrà essere solo una parentesi. Il giovane transalpino ha le qualità per fare bene anche sulla fascia, ma da punta ha mostrato colpi da campione che non possono essere ignorati e limitati: se giocherà centravanti potrà diventare l’uomo in più del Diavolo, colui in grado di spaccare le partite con tecnica e prepotenza fisica. Il mercato di gennaio è pronto a risolvere il problema: trovare un esterno destro d’attacco è lo step cruciale perché avvenga il definitivo passaggio dal 4-3-1-2 pensato la scorsa estate al 4-4-2 plasmato in queste settimane d’autunno. I nomi chiacchierati negli ultimi tempi sono quelli del Papu Gomez e di Diego Perotti, ma tutto è in pieno divenire. Solo una cosa è certa: oltre al centrocampista top e al partner difensivo di Romagnoli, la priorità di Galliani è regalare a Mihajlovic una nuova ala destra.

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