Il ritorno in rossonero di Boateng e i dubbi tattici che ci lascia

Accordo siglato per il nuovo corso di Kevin Prince Boateng al Milan. Una seconda esperienza dopo quella vincente alle dipendenze di Allegri e con Zlatan Ibrahimovic al suo fianco, che fa prevedere un ritorno non tanto per la casacca rossonera che verrà reinserità nel guardaroba del Boa quanto per una posizione di centrocampista abbandonata ormai da tempo. Nei sei mesi previsti dal suo contratto con rinnovo sottoposto al giudizio delle prestazioni il ghanese dovrà dimostrare molto a Mihajlovic per rendersi utile fin da subito.

Con Boateng per il tecnico serbo si aprono nuovi scenari e nuove possibilità: tuttavia, la strada impostata sul 4-4-2 sembra essere ormai imprescindibile e il ruolo di trequartista centrale in cui è solito giocare l’ex-Schalke 04 è inutilizzabile per gli equilibri ormai creatisi. Molto più probabile un suo impiego come esterno con possibilità di accentrarsi, salvo rientrare in copertura sulla sua fascia di competenza. Potrebbe venire utilizzato come seconda punta con buoni risultati ma anche qui sarebbe un adattamento. Idea molto hipster è un suo impiego da centrocampista centrale, come ai tempi del Portsmouth.

Improbabile un ritorno al 4-3-3 più consono a Boateng. Anche se per Silvio Berlusconi, con la rosa attualmente a disposizione di Mihajlovic, lo preferirebbe di gran lunga al poco spettacolare 4-4-2 del serbo. Menez e Balotelli, dei quali il presidente attende fervente il rientro, potrebbero andare a comporre un trio d’attacco amato ai piani alti, con buona pace di Sinisa. Resta che il ritorno di Boateng nei ranghi rossoneri lascia molti dubbi sui veri motivi del suo reintegro, visto che non è utile né tatticamente, né è reputato all’altezza dal punto di vista tecnico dai tifosi. Boateng dovrà dimostrare molto.

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