Un anno di quasi nulla: l’inconcludente sodalizio Cerci-Milan

Il problema dell’esterno destro al Milan è quello che sta premendo più di tutti: la questione se investire o meno già a gennaio scatta in cima alle decisioni da prendere. Mihajlovic sembra averne disperatamente bisogno, dato che Honda non è un vero esterno di centrocampo, e Cerci non è riuscito a dimostrare quanto da lui ci si aspettava. Proprio di Cerci si parla anche in ottica mercato, un addio che pare ormai inevitabile dopo quasi un anno durante il quale tutti hanno atteso quello apprezzato a Torino, che si è smarrito per le vie di Madrid e non è più tornato ai fasti granata.

Era il 5 gennaio quando Alessio Cerci approdava a Milano con sei mesi di ritardo. Nella sessione estiva del mercato pareva in dirittura d’arrivo a Malpensa, salvo poi preferire le lusinghe europee dell’Atletico Madrid. Chiuso da un Griezmann in versione super e complici le sue prestazioni sottotono, Cerci è stato costretto ad accettare un ritorno in patria per ritrovarsi calcisticamente. Al Milan è stato accolto e acclamato come top-player ma come tale non si è mai rivelato: 1658 minuti giocati in 32 presenze (media di 51 minuti a partita), con 7 gol e 1 assist; di cui in questa stagione 1 gol in 814 minuti disputati. Un tabellino decisamente negativo per un anno solare che ha confermato la parabola discendente dell’esterno di Velletri.

Il mercato lo cerca, intanto, con Bologna e Genoa che bussano all’ufficio di Galliani, il quale prenderà in considerazione le offerte. Altro passo indietro per Cerci che tuttavia potrebbe rivelarsi una rincorsa: spesso abbiamo assistito a carriere lampo, ma altre volte abbiamo assistito a rinascite. Per Cerci serve solo trovare una situazione di squadra tranquilla e che gli permetta di esprimere il suo enorme talento. La pazienza del mondo rossonero è finita e i giocatori apprezzati sono quelli che danno tutto e subito. Per Cerci cambiare aria è sicuramente la scelta migliore.

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