L’ultima cantera, che fine hanno fatto gli ex enfants prodiges rossoneri?

Di questi tempi gettare la croce addosso alla società per scelte strategiche ritenute errate, é fin troppo semplice. Talvolta però esse si rivelano meno incoscienti di quanto potessero apparire. Ci riferiamo specificatamente alla gestione di alcuni grandi promesse del vivaio rossonero, o presunte tali.

Il caso mediaticamente ed economicamente più rilevante é di certo Bryan Cristante. Il suo trasferimento ai lusitani del Benfica nell’ultimo giorno di mercato della sessione estiva 2014, generò polemiche tra i tifosi e perplessità tra gli addetti ai lavori. Il Milan incassò 6 milioni che permisero di arrivare a Jack Bonaventura, ma nonostante ciò in molti pensarono che un prospetto come Bryan non andasse in alcun modo ceduto. Oggi tutte le chiacchiere sul tema hanno un altro sapore; dopo oltre un anno il ragazzo ha giocato solo 6 spezzoni di partita nel campionato portoghese più qualche apparizione in Champions League e Coppa nazionale. Poco, pochissimo per un giocatore che nelle giovanili aveva lasciato intravedere grandi colpi.

Aspettative importanti erano riposte anche su Andrea Petagna. Indiscusso protagonista al Torneo di Viareggio, vinto assieme al compagno e amico Cristante, guidati da mister Pippo Inzaghi, Andrea ha lasciato presto Milanello, approdando nel settembre 2013 in prestito alla Samp. Nel gennaio successivo é tornato al Milan, consapevole di avere pochi minuti a disposizione. Nelle ultime due stagioni, compresa quella attuale, sta lottando in serie B. Ha vestito le maglie di Latina, Vicenza e Ascoli. Le sue cifre tuttavia non sono entusiasmanti; tra i professionisti ha giocato 53 partite, segnando 5 reti. Non un gran ché per una punta centrale.

Nell’estate 2015 hanno salutato Casa Milan, Hachim Mastour e Alessandro Mastalli. Il primo pur ‘spinto’ dagli sponsor, é sceso in campo una sola volta col suo Malaga, mentre il secondo, predestinato per meritocrazia ad opinione di tanti, ha prevalentemente giocato nell’under 21 del Lugano, esordendo solo in Coppa di Svizzera con la prima squadra. Anche per loro la vita lontano da Carnago é tutt’altro che semplice. Coccolati forse troppo nelle giovanili, faticano parecchio ad esprimersi tra i pro.

É complicato produrre talenti, non esiste una ricetta. Ci sono società più attrezzate e maggiormente capaci, sarebbe ipocrita nasconderlo. Per ragioni diverse, i quattro ragazzi che abbiamo citato difficilmente sovvertiranno le difficoltà che stanno incontrando.

Cristante resta un mediano dai piedi educati ma non sufficientemente dinamico per il calcio moderno. Petagna ha dominato sul piano fisico fino alla categoria Primavera, ma assomiglia più all’identikit del centravanti anni ’90, alla Vieri per intenderci, che non al numero 9 del futuro. Mastour ha capacitá tecniche che non si possono discutere, che però quasi mai possono esser espresse durante un match ufficiale. Mastalli ha una determinazione fuori dal comune, ma non supportate dalle doti fisiche.

Sovrastimare i prodotti dei propri vivai è un attimo. Occorre però maggior pragmatismo, perché oggi migliorare le valutazioni dei giovani cresciuti in casa, rappresenta una necessità, visto quanto sia difficile acquistare calciatori già formati e affermati. Per tornare grandi bisogna preparare meglio i più piccoli.

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