Dai fischi agli applausi: è la parabola ascendente di Honda

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano Mi-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Dai fischi assordanti in Milan-Bologna agli applausi finali in Milan-Fiorentina. Non è solo la parabola generale della squadra di Mihajlovic quanto quella di uno dei “bersagli” delle ultime contestazioni: Keisuke Honda. Il soldatino giapponese (o il Samurai, se preferite chiamarlo come la stampa nipponica) aveva fatto vedere il meglio nelle prime giornate della scorsa stagione sotto la direzione di Filippo Inzaghi. Si era pensato che fosse quello il vero Honda, tanto decantato da Alberto Zaccheroni, tanto cercato a più riprese fino alla scadenza del contratto coi russi del CSKA Mosca. Invece il reale valore di questo giocatore l’abbiamo scoperto proprio nelle ultime uscite.

La sua esperienza internazionale, mai messa in discussione, è la chiave del nuovo equilibrio del centrocampo varato da Mihajlovic. E proprio quando sembrava con le valigie pronte per trovare una nuova sistemazione, dopo esternazioni al vetriolo in patria e contestazioni pubbliche a San Siro, ecco che il giapponese si ritrova ad essere il nuovo motore della squadra. Com’è nel suo stile fuori dal campo, anche in partita, fa sentire la sua presenza con discrezione, sacrificandosi e provando a sfoderare la sciabola all’occorrenza. E ieri sera è andato pure vicino a segnare un gran gol con un sinistro che ha sfiorato l’incrocio della porta della Fiorentina.

Anche Mihajlovic ha certificato le impressioni fin qui esposte: “È un giocatore a cui solitamente non si perdona nulla: bisogna spiegargli le cose, ma quando le capisce, le fa. È affidabile e per un allenatore è molto importante”. Insomma, uno di quelli che ogni tecnico preferisce avere come freccia al proprio arco piuttosto che vedersi impallinato da quell’esperienza letale per gli avversari in alcune partite. Ieri sera contro la Fiorentina di Paulo Sousa, che ha fatto della tattica e del bel gioco l’arma vincente per larghi tratti del girone d’andata, la gara si è giocata proprio sull’equilibrio nella zona nevralgica del campo. E’ evidente, a questo punto, che Mihajlovic si dev’essere spiegato al meglio con Honda per vedersi restituire una prestazione determinante a soffocare il gioco dei viola e a colpire in contropiede, approfittando di ogni sbavatura degli avversari.

Se questo dovrà essere il girone di ritorno delle vendette, la prima è stata servita. E tra meno di due settimane potrebbe arrivare quella contro l’Inter. La condizione atletica generale vista ieri sera, paragonata a quella dei nerazzurri a Bergamo, lascia ben sperare almeno in un derby tutto da giocare. E Mihajlovic, nel frattempo, respira. Una manna di questi tempi a Milanello. Senza contare che domani Silvio Berlusconi sarà impegnato su altri tavoli, quelli della trattativa con Mr. Bee. Insomma, giorni caldi. Non per Mihajlovic, a quanto pare.

Twitter: @Chrisbad87

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