Il Milan di Miha, nonostante tutto

L’ultima spiaggia è sempre dietro l’angolo, l’opinione pubblica continua a spiattellarti in faccia nomi di possibili successori e papabili futuri allenatori del Milan, la società non fa nulla per rassicurarti su un’eventuale riconferma, le critiche sono sempre feroci dietro l’angolo. Certo, lavorare in questo modo dovrebbe essere difficile e quantomeno potrebbe costituire un alibi tra i giocatori per sentirsi meno coinvolti nel progetto e mollare un po’ la presa. Ed invece, proprio in questo clima di scetticismo generale, Sinisa Mihajlovic è riuscito a ricompattare il gruppo e a dare alla squadra un barlume di carattere e di identità.

Non era facile dopo la fragorosa, quanto ingiusta, sfortunata ed immeritata (ma questo non lo dice nessuno), sconfitta casalinga contro il Bologna, ricompattare il gruppo, rialzare la testa e ricominciare a credere di poter fare qualcosa di buono in questa stagione. Eppure nelle tre partite successive sono arrivate delle conferme importanti che danno l’idea di un gruppo unito, compatto attorno al proprio allenatore e di una squadra viva che ha carattere, lotta e vuole giocarsela con tutti. Dopo il primo tempo orrendo dell’Olimpico, infatti, la squadra sembra aver compiuto quella svolta di mentalità che tutti auspicavano.

Il secondo tempo contro la Roma, la gara in Coppa Italia contro il Carpi e, soprattutto, la convincente vittoria contro la Fiorentina hanno restituito ai tifosi una squadra per cui si può essere orgogliosi di tifare, un gruppo che gioca e suda per la maglia con la speranza che, forse, si sia trovata finalmente la quadratura del cerchio e che gli errori del passato siano stati compresi ed assimilati. La sfida di questa sera contro l’Empoli, ma soprattutto il derby di domenica prossima (di mezzo c’è la semifinale di andata contro l’Alessandria da non sottovalutare perché il Diavolo avrà solo da perdere), sono lì pronte a darci le giuste conferme con la convinzione che, eventuali passi falsi, rimetteranno tutto in discussione, futuro di Mihajlovic in primis.

A questa “rinascita” della squadra sul campo, però, continua a far da contraltare una situazione societaria alquanto grottesca. Tra l’infinita telenovela Mr. Bee e le situazioni assurde di calciomercato (siamo a poco più di una settimana dalla closing ed è arrivato solo lo svincolato Boateng), il tifoso non può far altro che aggrapparsi alla grinta ed al carattere del suo allenatore che, solo contro tutti, sta lavorando e lo sta facendo alla sua maniera, di testa sua, con calma e pazienza, convinto che alla lunga il lavoro paghi. Infondo ne è consapevole pure lui che, se le cose non dovessero andare per il verso giusto, lui sarà l’unico a pagarne le conseguenze, nonostante sarebbe di certo quello con meno colpe.

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