Honda padrone della fascia destra, ma da solo non basta

“Il mercato del Milan è chiuso. Siamo coperti in tutti i ruoli”. Con queste parole l’ad rossonero Adriano Galliani ha chiuso le porte ad ogni speranza ed illusione dei tifosi rossoneri, facendo capire che da qui all’1 febbraio non succederà nulla. I tifosi del Milan hanno sentito e risentito questa frase tantissime volte, ma ora si è passati dall’essere competitivi, all’essere coperti. In realtà nella rosa rossonera c’è tantissimo traffico e l’aggettivo “coperti” può essere ritenuto idoneo. Sulla qualità dei giocatori a disposizioni ci sarebbe da discutere, ma se è vero che in difesa, a centrocampo e in attacco c’è abbodanza, per lo meno coi numeri, non si può dire la stessa cosa per quel che riguarda gli esterni di centrocampo.

Da quando Mihajlovic è voluto passare al 4-4-2, infatti, il Milan ha schierato sempre Giacomo Bonaventura largo a sinistra e Keisuke Honda, dopo qualche match disputato da Alessio Cerci, largo a destra. Se sulla fascia sinistra con le continue ottime prove dell’ex atalantino il Milan può considerarsi ampiamente coperto, lo stesso non si può dire sulla corsia opposta. Partiti Suso e Cerci e non trattenuto El Shaarawy, Mihajlovic può contare solo sul giapponese. Martedì sera contro l’Alessandria, al di là della condizione fisica precaria, si è anche capito che Boateng non può essere considerata un’alternativa per quel ruolo.

Honda, a dire il vero soprattutto nell’ultimo periodo, si sta meritando la fiducia del tecnico serbo e anche in Coppa, tra l’imbarazzo generale per la prestazione della squadra, è stato uno dei meno peggio, con qualche giocata di qualità messa a servizio dei compagni. Certo, non sarà mai il numero dieci che tutti sognano nel Milan e non va in rete da parecchio tempo ormai, ma merita rispetto. Il problema parte dal fatto che quello non è nemmeno il suo ruolo e, largo così a destra, può considerarsi poco più che un adattato. Forse, in realtà, almeno per quel settore del campo servirebbe tornare sul mercato e, i vari El Ghazi o Perotti (sempre più lontani), farebbero al caso del Diavolo.

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