Silvio, scenda dal carro

Sabato 13 Febbraio è la data nella quale i milanesi festeggeranno il Carnevale Ambrosiano. La città si riempirà come ogni anno di famiglie in festa tra maschere e carri addobbati. Sarà bellissimo e invito i non milanesi a farci un pensiero e passare una giornata di festa con i loro bambini. Avete tempo di organizzarvi, mancano ancora un po’ di giorni. Ma c’è un carro che da domenica è già pronto. Rossonero e pieno di bandiere, si sta riempiendo in una affannosa corsa per occuparne i posti migliori. Signori e signore, è il carro di Sinisa Mihajlovic.

La roboante vittoria di ieri, ha regalato parole dolci da parte di tutti. Tifosi in festa e giocatori a ringraziare, a turno e senza nascondersi, quel sergente di ferro tanto bistrattato dalla stampa e dalla società. Se molti tra i primi sono spesso foglie al vento col sogno poi non tanto nascosto di ricevere un giorno la rincorsa gratificazione professionale, quello che continua a stridere da inizio stagione è proprio la lontananza della società dal proprio allenatore. In questo, bisogna ammetterlo, Adriano Galliani non è colpevole. L’esclusiva delle critiche e delle frecciatine, è tutta di Silvio Berlusconi, ed è giusto dirlo. Quel Silvio Berlusconi che con la sua foto a braccia alzate nello spogliatoio milanista, ha prontamente riportato il sottoscritto alla triste realtà dopo l’inebriante risultato del derby. In prima fila dopo il tre a zero ottenuto dai ragazzi, si sarebbe eclissato, come spesso è accaduto in passato, se solo il risultato non fosse stato positivo tanto da essere inciso a fuoco nella storia della stracittadina.

Un atteggiamento tipico di chi leader non lo è più da tempo e di chi cerca ancora di illuminarsi per mezzo di un fuoco trascurato da troppo tempo, tanto da spegnersi a poco a poco. Non deve essere un caso che Sinisa Mihajlovic non fosse nella foto. Il Sergente ha le spalle larghe e due spalle senza “s” dentro i pantaloni. Sinisa ascolta, elabora e agisce da uomo. Ha tracciato la strada senza il minimo tentennamento se non quello di cambiare modulo fino al raggiungimento dell’attuale equilibrio. Per molti segno di confusione, a mio avviso è stata una grande dimostrazione di umiltà e intelligenza. Cambiare idea di fronte all’evidenza non è segno di debolezza, bensì di forza e consapevolezza nei propri mezzi. Ha capito che serviva cementificare un gruppo allo sbando e composto da presunti leader che non riuscirebbero a tenere a bada un chiwawa al guinzaglio. Lo ha fatto difendendo i suoi giocatori dalle critiche di inizio anno. Tutti come non mai, sono dalla sua parte. Nemmeno i super vincenti come Sacchi e Capello erano arrivati a tanto. E anche per il nostro amatissimo Carletto Ancelotti, i complimenti sono arrivati a fine ciclo rossonero. Mai durante le sue stagioni. Sinisa è riuscito a far breccia nei loro cuori ottenendo rispetto e dedizione massima. Purtroppo i mezzi sono quello che sono e sarà difficile trasformare tutti i somari in cavalli da corsa. Ma il lavoro del serbo anche in questo senso è positivo.

La scoperta di Donnarumma e la rivalutazione di Niang, uniti all’insistenza nel chiedere alla societa’ di ingaggiare Alessio Romagnoli, sono alcuni dei punti a suo vantaggio. D’altronde, per una societa’ in continua ricerca di potenziali giocatori da vendere, tanto da cedere il proprio pullman per raccogliere altri spiccioli, vedere crescere il valore dei suddetti dovrebbe bastare per la riconferma del Mister. E invece anche Domenica abbiamo assistito al patetico “Conferma di Mihajlovic? Troppo presto, vedremo” del Presidente Berlusconi. Caro Silvio, mi consenta, ma oramai l’abbiamo capito da tempo. Cambiare tutto, affinchè nulla cambi. Pure Mr Bee e i suoi investitori l’hanno capito e hanno iniziato ad aprire i loro occhi a mandorla puntando all’acquisizione della maggioranza. Mica fessi gli orientali. Tornando al derby quindi, grazie Mister per la bella vittoria. Chi mi legge e mi conosce, sa che non parlo così sotto l’influenza del day after di un derby vinto dopo tanto tempo. Anzi, sono tra coloro che reputano la partita un piccolo passo verso la compattazione del gruppo, niente di più. Partite come queste vivono di episodi e quella di ieri aveva una Madonna a tinte rossonere, a proteggere i ragazzi ai quali va però dato atto di aver sputato sangue.

Diciamoci la verità, una squadra non in crisi come quella nerazzurra, le occasioni lapidate nel primo quarto d’ora le avrebbe forse sfruttate meglio e staremmo qui a parlare di un’altra partita. Ma l’orgasmo calcistico di battere gli odiati cugini in un rocambolesco derby di inizio anno, non è leso minimamente dal gioco ancora zoppicante e da alcune amnesie da cardiopalma. Quando si vince un derby, si gode. E io come voi d’altronde, sto godendo da diverse ore.

Vi aspetto su Twitter (@nonevoluto) e su Facebook alla pagina “Milanisti Non Evoluti 2.0″, Alessandro Jacobone

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