Silvio, sarebbe meglio tacere…

Egregio Silvio Berlusconi, chi le scrive è un semplice tifoso, forse più conosciuto di altri senza alcun merito, ma pur sempre un tifoso rossonero che si innamorò dei colori rossoneri in un lontano ’83. Sì proprio quando la formazione rossonera militava nella serie cadetta. Quella Serie B dalla quale ci ha “salvato” nel 1986. Mi consenta di mettere il termine tra le virgolette poiché chi vive Milano nella sua versione “da bere” e ha avuto l’occasione di poter ascoltare diverse campane, sa bene come si siano svolti i fatti. Non a caso, ogni volta che sento questa storia riecheggiare, guardo in alto e mando un bacio al Dott. Nardi. Uno che al Milan teneva davvero. Ma non voglio rovinarle i trentennio, anzi.

Mi volevo complimentare per il suggestivo filmato che spopola in televisione e in rete e che riassume le innumerevoli vittorie per le quali le saremo tutti quanti grati. La gratitudine è un valore importante. Ma come tutte le cose importanti vanno alimentate e non lasciate morire come una pianta senz’acqua. Se la storia con i suoi trofei rimarrà per sempre, lei non è eterna. Guardare al passato è mestiere di chi non ha più nulla da dire. Ricordo le parole di Paolo Maldini che in un’intervista disse che dopo ogni vittoria, non si pensava a festeggiare, bensì al prossimo trofeo da conquistare. Quindi non me se la prenda se non ho così voglia di mettermi in fila postando trofei ed elogi al “suo” Milan trionfatore in tutto il mondo. Quelle vittorie le ho godute in prima persona., con orgoglio e appartenenza. Le dirò di più, ho vissuto con serenità anche le sconfitte più brucianti come Ajax, Marsiglia e la celebre sconfitta di Istanbul. Sì, perché c’era la consapevolezza di potercela giocare la stagione successiva, quasi la finale fosse un diritto da noi acquisito. Gratitudine dicevamo. Quella richiesta a gran voce e sempre più spesso negli ultimi anni.

Mi ricorda un caso di cronaca accaduto in Norvegia, dove un uomo si difese dall’accusa di molestie alla figlia ottenuta in adozione, appellandosi al fatto che se non l’avesse ottenuta, lei sarebbe marcita per sempre in orfanotrofio. Mi perdoni il forte parallelo, ma anche in tema Milan, soprattutto per noi tifosi, non c’è proprio nulla di cui ridere. Questa storica giornata, capita pero’ proprio nel momento più sbagliato per l’ambiente e soprattutto per la squadra. Inevitabile l’accendersi attorno a lei di quei riflettori che le piacciono tanto. Inevitabili di conseguenza, le dichiarazioni che ne sono seguite durante la conferenza stampa. Nulla di nuovo, lo sappiamo. Ma come dicevo prima, proprio nel momento in cui la squadra aveva bisogno di tranquillità e tonnellate di cemento armato sulle fondamenta di un Milan in netta crescita. Ma lei di tacere non è proprio capace. Da tempo sforna con sempre maggior frequenza, frasi inopportune che neanche l’interista Prisco avrebbe mai avuto la tentazione di sfoderare.

Crede davvero di aver fatto bella figura a riferire il “complotto” attuato contro Zaccheroni nell’anno dello scudetto più sorprendente della recente storia rossonera? Crede davvero che la battuta sulla cromia della pelle di Balotelli facesse ridere? La informo che le risate in sala erano figlie di un timore reverenziale, per essere buoni, e veritiere come le frasi d’amore dette da una prostituta al suo cliente. Io invece mi sono vergognato per lei. Ho come l’impressione che se fossimo l’uno di fronte all’altro, mi accuserebbe di essere un comunista pieno di rancore. Nulla di più falso, la vera passione calcistica non accetta influenze di nessun tipo, figuriamoci quella politica. Ricordo ancora quando proprio nei primi anni della sua presidenza, costringevo mia mamma, interista doc, a fare la spesa alla Standa e assicurarsi presso la Mediolanum. Quasi quasi questo mi facesse sentire parte della famiglia rossonera ancor di più. Quindi fugati i dubbi relativi ad una persecuzione che non esiste, le chiedo solamente cosa vuole fare del nostro Milan?

Quando termineranno le favelle che negli ultimi anni avete utilizzato come “supposta” appunto da lei citata in conferenza? Se posso capirla per quanto riguarda il discorso Mr. Bee e le “motivazioni” del ritardo della chiusura che, essendo di altra natura, non possono essere dette, non posso accettare che vengano ancora tirate in ballo motivazioni di natura economica per quanto riguarda la disattenta gestione della rosa rossonera. Il passaggio dalla fiscalità spagnola agli sceicchi dai milioni illimitati, è stato velocissimo. Quante facce annuivano in sala a queste sue scuse spacciate per dichiarazioni? Peccato che ci siano esempi di squadre, guarda caso italiane, che la smentiscono categoricamente. La Juventus per esempio. Sprofondata in B e privata dei suoi giocatori migliori, ha saputo risalire la china con impegno e dedizione da parte di tutti. Consapevole che serviva comunque fornire campioni a quella squadra smembrata dei suoi 8/11, la dirigenza ha investito ingenti somme al fine di ridurre al più presto il gap con le pretendenti al campionato. Lo ha fatto nonostante alcuni costosi errori commessi con gli acquisti di Felipe Melo e Diego. Lo ha fatto senza rinfacciare ai suoi tifosi nessuna cifra e soprattutto difendendo i suoi allenatori in rispetto di un progetto che li ha riportati a vincere dopo pochi anni. Gli allenatori, altro argomento per il quale mi innervosisco ogni volta che ci penso. In possesso di una “stoffa” buona a malapena per farci le toppe alla tuta che si usa per i lavori di casa, Sinisa Mihajlovic sta costruendo con il lavoro un idea di Milan che inizia a piacere davvero. Milan giovane, italiano e soprattutto unito. Evento che non avveniva da diverso tempo, forse neanche nell’ultimo vincente, quello di Ibra per intenderci.

Quale allenatore avrebbe mai dato la titolarità ad un portiere sedicenne, in un momento in cui a rischiare sarebbe stato solo ed esclusivamente lui? Quale allenatore avrebbe insistito, pur essendo nuovo in Casa Milan, nel volere un prospetto che già ad oggi si è impadronito della difesa rossonera con prestazioni sempre più convincenti? Della rinascita di giocatori dalla personalità di un Teletubbies, ne vogliamo parlare? Dell’eccellente condizione atletica che si basa sul sudore e non su applicazioni da computer come nei laboratori della Nasa? Del restauro effettuato su di un vecchio campione, Alex, che era già stato messo in soffitta con il suo costoso stipendio? Tanti punti che hanno un solo minimo comune denominatore, quello di aver valorizzato dei capitali a tutto vantaggio delle casse societarie e di conseguenza delle sue. Ma a lei tutto questo non basta e non lesina di mandare messaggi destabilizzanti ad un allenatore al quale pone traguardi fuori portata.

Chissà cosa ha in mente, ce lo chiediamo tutti. In un mix di rassegnazione e rabbia,noi tifosi assistiamo passivamente agli eventi. Sempre più delusi da lei, piuttosto che dai ragazzi, guardiamo l’oriente in attesa di buone nuove. Nel frattempo rispolveriamo le antiche vittorie su YouTube. Ma le assicuro che i pensieri che passano nel mentre lo schermo visualizza le immagini, sono passati da un “Grazie Silvio” ad un più crudo ma sincero “Te possino…”.

Vi aspetto su Twitter (@nonevoluto) e su Facebook alla pagina “Milanisti Non Evoluti 2.0″, Alessandro Jacobone

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