Da Torino al Torino, il Mister ha conquistato (quasi) tutti

Il Milan di Mihajlovic che deve vincerle tutte da qui alla fine è un Milan che finalmente ha un’anima, un gioco, una personalità, un carattere. C’è un gruppo e si vede. La trasferta di Napoli ha aggiunto valore ad una squadra che ormai scende in campo consapevole dei propri mezzi e che sta trovando risposte anche dai calciatori che, fino a qualche mese fa, sembravano finiti, bersagliati dalla critica e dai propri tifosi. Montolivo, Honda, Zapata, Alex, Abate: sono solo alcuni tra gli esempi che si possono fare per dare merito al tecnico serbo di aver iniettato altissime dosi di fiducia nelle vene dei suoi uomini.

La squadra ora scende in campo senza paura di nessuno, si confronta con tutti consapevole dei propri mezzi e sa quando è il momento giusto di sacrificarsi per cercare di non subire troppo, o attaccare per fare male agli avversari. Bacca, Donnarumma, Romagnoli e Bonaventura rappresentano i top player che danno quel qualcosa in più alla squadra e che potrebbero fare la differenza. Da Torino al Torino, in mezzo è passato un girone in cui una squadra che sembrava allo sbando e già indirizzato verso un’annata fallimentare, ha saputo trovare la giusta dimensione, ha sbagliato qualche altra partita, ma ha perso solo due volte (Juventus e immeritatamente contro il Bologna).

Sinisa Mihajlovic ha saputo fare quadrato intorno ai suoi uomini, fargli sentire tutti importanti e far ricredere anche i più scettici. Ora, ancora nulla è stato fatto, ma la piccola speranza di raggiungere il terzo posto e una finale di Coppa Italia quasi certa, rappresentano un traguardo che difficilmente poteva anche solo essere ipotizzato dopo la netta sconfitta casalinga contro il Napoli all’andata. Ora, c’è da finire al meglio la stagione, cercare di fare il massimo e continuare con i progressi mostrati nell’ultimo periodo. Poi qualcuno si prenderà la responsabilità di scegliere, ma il Mister ha già conquistato due cose fondamentali che rimarranno al di là delle scelte aziendali: la fiducia dei suoi uomini e la stima di tutti (o quasi) i milanisti.

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