Balo e Prince senza scossa. La scarsa condizione fisica non basta

I “nuovi acquisti” non svoltano. Inseriti a gara in corso, anche contro l’Udinese, non sono stati in grado di far cambiare marcia ad un Milan che lentamente sta ritrovando tutti i componenti della sua rosa nella migliore condizione possibile. Stiamo parlando di Kevin-Prince Boateng e di Mario Balotelli: rispettivamente subentrati a Niang al ’72 e a Kucka nell’intervallo.

Dovevano mostrare gli artigli e riuscire a segnare il gol che avrebbe portato i tre punti in casa rossonera, ma sono stati artefici di una prova grigia come la giornata milanese. SuperMario, al di là dell scarsa condizione fisica di cui ancora ci si lamenta, è apparso scollegato da un metodo di gioco che predilige le distanze precise di ogni giocatore: invece lui, come è nelle sue corde, si è costantemente abbassato sulla linea dei centrocampisti, intasando le linee di passaggio di un volenteroso Montolivo e del già impacciato Bertolacci, inoltre ostruendo i proficui tagli verso il centro di Honda, in pratica spezzando il gioco offensivo del Milan stesso. Due punizioni, per altro battute male, non lo possono far salire agli onori della cronaca. Prince non è sembrato lo stesso della sfida contro la Fiorentina: forse la voglia e la grinta ci sono, ma la corsa e la precisione latitano ancora. Un tiro dalla distanza finito non lontano dai pali difesi da Karnezis e un colpo di tacco in un uno-due al limite dell’area è tutto ciò che il ghanese ha mostrato. Perdonato per un fisico non più eccellente come qualche anno fa e per una posizione in campo nel quale corsa e inserimento sono la caratteristica principale.

Ritrovare delle sostituzioni all’altezza è un obbligo per Mihajlovic ora che ha trovato un undici ideale e ben rodato. Se per Boateng le difficoltà atletiche sono ardue da superare ma comunque migliorabili, per Balotelli sembra che il problema sia una collocazione in campo che dovrà necessariamente essere legata al concetto tattico che l’allenatore serbo sta cercando di apporre, e non il talento a briglie sciolte che vagabonda per il campo imbizzarrendosi una volta sì e trenta no. Il Milan sta trovando il suo gioco e anche i “nuovi acquisti” dovranno sapersi inserire.

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