Abate dalle parole ai fatti e il rientro di Luiz Adriano

Una risposta serviva dopo le ultime battute a vuoto di un Milan che è tornato ad avere il piedino. E il pareggio con la Lazio conferma lo stato più mentale che fisico in netto declino del periodo: una disattenzione costata cara, poi il pareggio e una gara di lotta e sacrificio che con un pizzico di volontà in più sarebbe potuta diventare una vittoria risanatrice. Non è tutto oro ciò che luccica: molti ancora non hanno inteso cosa significa sudare per questa maglia, ma di esempi positivi ne abbiamo.

luiz adriano milan-sampdoria (spaziomilan)Ad esempio Ignazio Abate. Il terzino destro era stato molto duro nel post-gara contro il Chievo nello spogliatoio coi suoi compagni. L’appagamento denunciato dopo tre o quattro partite buone è un segno che a livello di concentrazione c’è ancora molto da lavorare. Invece Abate ha dimostrato di non essere uno che parla e basta: con la Lazio tra i migliori visti sul prato di San Siro. Su e giù, fase offensiva e fase difensiva, come un vero leader a dare l’esempio agli altri. Poi dobbiamo citare Luiz Adriano. Il brasiliano è rientrato mettendo a sedere Menez e Balotelli che continuano il loro training mentale prima del campo. Il numero 9 entra in campo con la mentalità del giocatore navigato, fa a sportellate, protegge palla per aiutare i compagni a salire e serve l’assist a Bacca per il gol. Col colombiano il feeling sembra quello di inizio stagione: con loro si può tornare a correre per una posizione migliore.

Tuttavia, non bastano due giocatori per formare una squadra. Mancano gli altri. Devono tornare ad esserci. I tifosi sono stanchi di alti e bassi e vogliono la tanto ambita stabilità, la vogliono loro come la vuole uno zoccolo duro di rossoneri che cerca di trascinare chi ancora deve capire cosa significa indossare proprio quella maglia ogni domenica: cuore, corsa, sacrificio… Null’altro.

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