I sogni di Silvio: 4-3-1-2 e Jack “10”. Ma la ragione frena tutto

Silvio Berlusconi non ci sta. Il ko di Reggio Emilia ha scatenato pruriti e insoddisfazione: il presidente, nonostante un evidente miglioramento della squadra in termini di solidità, coesione e risultati, è deluso. Mihajlovic, in particolare, non sembra proprio piacere al numero uno rossonero: il calcio del serbo, attento più al sodo che allo spettacolo, non convince. Anche perché Berlusconi, per il Milan, avrebbe in mente ben altro: l’ex Cav gradirebbe un numero “10” dietro a due punte, come richiesto pubblicamente a tanti allenatori nell’corso della propria epopea lunga trent’anni.

La realtà, però, cozza con i sogni e con i progetti presidenziali. Progettare un ennesimo cambio di modulo, a dieci partite dalla fine del campionato e con una finale di Coppa Italia da giocare, è davvero difficile: il 4-4-2 ha portato certezze, compattezza e punti a un gruppo in crisi sotto tutti i punti di vista. Anche perché per il Diavolo sarebbe un ritorno al rombo: il Milan di Mihajlovic ha provato questa strada dallo scorso luglio sino alla disastrosa sconfitta interna contro il Napoli di ottobre, ottenendo scarsi risultati e offrendo un pessimo gioco. Tornare su un progetto fallito, lasciando una via redditizia, pare alquanto bizzarro.

Berlusconi

Ma soprattutto, punto fondamentale, manca l’elemento chiave: il trequartista che consenta di giocare in pianta stabile con il 4-3-1-2. Nella rosa rossonera manca un “10” di ruolo, con il cambio di passo, l’estro e la tecnica necessaria per spaccare le partite. Bonaventura sembra rendere meglio da esterno sinistro con licenza di accentrarsi e Honda, sulla fascia opposta, è prezioso per assicurare equilibrio. Menez potrebbe essere un’idea suggestiva, ma la sua condizione fisica approssimativa fa propendere per altre soluzioni. Silvio, per il momento, potrebbe essere costretto a mettersi l’anima in pace: questo rombo non s’ha da fare.

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