Intreccio Juve-Milan e quel parallelo dell’Allianz Arena

Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).

Nella settimana di Bayern-Juventus, in tanti hanno rievocato una delle ultime imprese europee del Milan del nuovo millennio. Poco meno di nove anni fa, proprio dopo un 2-2 interno e proprio a Monaco, il Diavolo di Ancelotti con un secco 0-2, guadagnò il pass per quella che sarà poi una storica semi finale con lo United di Sir Alex Ferguson.

Le analogie relative alla doppia sfida coi bavaresi tuttavia, non sono poi così tante, eccezion fatta chiaramente per l’identico segno X della gara d’andata. Parliamo infatti di un Bayern non leggendario, ma tosto e spigoloso. Oliver Kahn tra i pali, Lucio e Van Buyten centrali difensivi, Lahm terzino destro, come l’altro ieri seppur in tutt’altro sistema, con Van Bommel regista basso e Roy Makaay assieme a Podolsky in attacco. Sotto l’esperta guida di Hitzfeld, i tedeschi si schiantarono contro la determinazione dei rossoneri, concentratissimi nel loro tentativo di vendicare Istanbul.

Quel Milan, con ogni probabilità, non era la squadra più forte del continente. In estate aveva ceduto Shevchenko. Gli esterni bassi erano Oddo e Jankulosky, due giocatori di buon livello, non fenomeni. Dida, Maldini e Nesta completavano il reparto arretrato. In mezzo al campo Gattuso e Ambro col loro dinamismo permettevano a Carletto di poter schierare simultaneamente Pirlo, Seedorf e Kakà. Davanti bastava ed avanzava il solo Pippo.

Per l’età degli interpreti e per valori di alcuni singoli, non parliamo certo del miglior Milan di sempre. Però erano uomini in missione. Nessuno li avrebbe fermati. Forse ai bianconeri di mercoledì è mancato proprio questo, un pizzico di presunzione. 70′ minuti straordinari, al limite della perfezione. Il cambio Mandzukic-Morata ha girato la partita. L’avremmo fatto tutti? Si, assolutamente. E tutti saremmo usciti. Schiacciati in 30 metri.

La Juve aveva in mente di far bella figura e ce l’ha fatta. Voleva capire quanto le mancava per esser considerata tra le grandi d’Europa e paradossalmente lo status di big se l’è guadagnato nella sconfitta. Ora le rimangono i due obiettivi nazionali, lo Scudetto e la Coppa Italia. Sulla strada troverà due volte Mihajlovic e suoi ragazzi. A San Siro il 9 aprile in campionato per la volata finale e il 21 maggio all’Olimpico. Quella sarà anche la sera dove si deciderà il destino di Sinisa. Sempre che non sia già segnato da quell’irrefrenabile, nuova consuetudine di cambiare del Presidente.

Twitter: @fabryvilla84

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