Silvio, lo stop a Di Francesco non è definitivo. Ma Brocchi sembra aver la strada spianata

Ieri Berlusconi ha assicurato di avere “qualcosa di molto chiaro in mente”. E menomale, perché di recente quando parla non è semplice dare forma agli scenari estivi. A partire dall’allenatore: prima da lasciar lavorare in serenità, poi da criticare per il gioco. Su u+a cosa però è sempre coerente: Mihajlovic non lo soddisfa e solo a fine stagione si deciderà la (difficile) conferma.

Le otto gare di campionato, soprattutto la finale di Coppa Italia, decisive per l’avvenire rossonero: dalla panchina, alla squadra, al mercato. La vera novità di Silvio sono le riflessioni su Conte e Di Francesco, testimoni che qualcosa bolle in pentola – ma ormai lo sappiamo – ma sorpresi, scrive La Gazzetta dello Sport, per i pareri negativi a livello di successione a Sinisa da parte del Cavaliere. Sul CT della Nazionale c’è della logica, ma sul tecnico del Sassuolo molto meno: sembrava il nome fresco, il più accreditato – grazie alla capacità di lavorare con i giovani, il gioco offensivo e il relativo basso costo – per raccogliere l’eredità del Diavolo. Invece lo stop del presidente appare abbastanza perentorio, però non definitivo. La candidatura dovrebbe resistere, anche perché c’è la necessità di ripartire da un tecnico già formato, dallo spirito aggressivo ed economicamente sostenibile. D’altra parte a Berlusconi è capitato di cambiare radicalmente idea: vedere il caso Balotelli per credere.

Nei pensieri di Arcore occupa grande spazio il profilo di Brocchi: bravo, in casa e con grande potenziale, una vera passione verso la guida della Primavera. Soluzione gradita e forse necessaria se, come possibile, saltasse l’affare con Mr. Bee e il Milan fosse costretto a rivedere i piani societari. Ovvero spendere poco, costruendo una rosa fresca e italiana. E chi meglio di Cristian per farlo?

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