Cade il Milan, perde Silvio Berlusconi

Tre partite in nove giorni e il Milan di Brocchi è già in crisi nera. Verona continua a essere “Fatale” per i rossoneri, battuti in rimonta 2-1 da un rigore (dubbio) dell’ex Pazzini e una straordinaria punizione al 95^ firmata da Siligardi: la rete in avvio di Menez non è servita a spinare la strada verso un prezioso successo in ottica Europa League. Il Sassuolo, distante ora appena un punto, non può che mettere paura, ma a stupire e scioccare è la prestazione: Montolivo e compagni hanno inscenato uno spettacolo pessimo, figlio di un gioco estremamente deludente e della totale mancanza di verve e carattere. Il possesso palla e il gioco offensivo professati dall’ex tecnico della Primavera sono evaporati nel caldo pomeriggio del “Bentegodi”, al cospetto di un Hellas virtualmente retrocesso ma orgoglioso, battagliero e mai domo. Complimenti a Delneri e ai suoi ragazzi, generosi e professionali sino all’ultimo minuto di gioco, ma grossi demeriti non possono che andare anche a un Milan troppo brutto per essere vero.

Inutile girarci attorno: la sconfitta di Brocchi è la Caporetto di Silvio Berlusconi. La scelta di cambiare Mihajlovic a sei giornate dalla fine del campionato e con una finale di Coppa Italia da giocare, in favore di un allenatore inesperto e con idee di calcio quasi impossibili da realizzare per gli uomini a disposizione e agli antipodi di quelle del predecessore, è stata solo e soltanto del presidente, contro chi (Galliani e Sacchi su tutti, ndr) consigliava di tenere il serbo almeno sino a fine stagione. Il cambio non ha dato i frutti sperati: dal 4-4-2 al 4-3-1-2, da un calcio attendista e verticale a un gioco propositivo e palleggiato, sembravano esserci le premesse per importanti cambiamenti strutturali. Ma in campo, nonostante i proclami, la squadra non convince minimamente: il gioco, pomo della discordia tra presidente ed ex allenatore, rimane ben lontano dai precetti storici dell’epopea berlusconiana di dominio totale del campo e del pallone.

Berlusconi Mihajlovic

Intendiamoci: le colpe dell’ennesimo disastro non sono di Brocchi, che pure ha fatto scelte discutibili e dichiarazioni rivedibili. Il tecnico è subentrato con voglia e passione, ma con pochissimo tempo per lavorare e con una rosa inadeguata per gli obiettivi di gioco a cui ambisce. I dolorosi schiaffi del Verona hanno colpito chi ha rischiato e scelto di cambiare, ossia Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere, d’altronde, aveva speso parole pesanti contro Mihajlovic, reo di aver portato i rossoneri a giocare “male come non mai”. Ma è al Bentegodi, proprio dopo l’esonero dell’ex Samp, che si è visto il Milan peggiore dell’anno: il Diavolo ha perso, contro l’ultima in classifica e in rimonta, salvato a più riprese dalle prodezze del proprio fenomenale Gigio Donnarumma. L’allenatore cambia, la musica rimane la stessa: Sinisa starà ridendo sotto i baffi, tra “Tapiri d’Oro” e “Gongoli” di Staffelli, consapevole di come la squadra stia andando peggio di prima. Ed enormi responsabilità sono dei calciatori: che si stia iniziando a capire, ad Arcore, che i fallimenti degli ultimi anni non siano tutta colpa dei tecnici?

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