Questo Milan ha staccato la testa a Reggio Emilia. E per il futuro? Ora il nome è Prandelli

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Nella testa dei giocatori del Milan la stagione è finita a Reggio Emilia. La sconfitta contro il Sassuolo ha sancito l’assoluta impossibilità di raggiungere il famoso terzo posto. Non è un caso che contro il Sassuolo siano mancati tre giocatori di corsa e di “palle” come Abate, Montolivo e Niang. Al loro posto Miha ne ha dovuti mettere tre con caratteristiche “opposte” e la squadra si è sciolta. Questo Milan tecnicamente mediocre, per rendere doveva ricorrere agli “attributi” del suo allenatore. A Sassuolo li ha persi e non li ha ancora ritrovati. Difficile farlo in assenza di una concreta motivazione. E purtroppo il “preliminare” di Europa League per questa squadra non rappresenta una reale motivazione. Sbagliato, sbagliatissimo, ma tant’è.

La sensazione è che consciamente o inconsciamente la squadra dica: se andiamo in Europa League ci andiamo vincendo la Coppa Italia, non arrivando sesti e quindi dovendoci sobbarcare i preliminari a partire da luglio. Sbaglierò, ma la mia sensazione è che alla fine il Milan arriverà settimo per mettersi al riparo dai famigerati preliminari estivi. E proverà ad accedere direttamente al tabellone di settembre vincendo la Coppa Italia. C’è un piccolo particolare: quando si stacca la spina per due mesi, poi è difficile farsi trovare in buone condizioni per una partita secca. Per giunta contro la Juventus.

Per questo motivo Mihajlovic, che già aveva avuto avvisaglie di questo atteggiamento da “ultimi giorni di scuola” prima di Milan-Lazio, ha preteso e ottenuto di portare la squadra in ritiro “sine die”. Scelta azzeccata, per richiamare ai loro obblighi professionali questi “ragazzotti” che dei campioni hanno solo lo stipendio. Non certo le qualità tecniche o morali. Non vogliamo generalizzare ma il gruppo “sano” della squadra non riesce più a trascinare il resto e a Bergamo si è visto. Quando Mihajlovic parla di “nazionali che non si sono impegnati” il riferimento sembra avere Carlos Bacca come destinatario. La società aspetta davvero proposte concrete sul mercato per farlo partire a luglio: i gol non bastano per essere un attaccante trascinatore e leader tecnico della squadra. Sembra incredibile a dirsi, ma Mihajlovic sta provando disperatamente a rivitalizzare addirittura Balotelli per farlo giocare contro la Juve in coppia con Luiz Adriano.

La finale di Coppa Italia sarà probabilmente l’ultima partita di Sinisa sulla nostra panchina, dopodiché, sfumato Conte, unico vero desiderio di Berlusconi, dovrebbe arrivare Cesare Prandelli, già contattato in autunno per sostituire il serbo. Mihajlovic se ne andrà a testa alta per il lavoro che ha fatto o che ha provato a fare. Alla fine dovremo ringraziarlo perché ci lascerà in eredità alcune perle, come il coraggioso lancio di Gigio Donnarumma a 16 anni. Ma soprattutto perché ci ha fatto capire che bisogna tornare a lavorare e a fare le cose “seriamente”. Avverbio ignoto negli ultimi anni a Milanello e a Casa Milan. Il ritiro punitivo è un segnale importante dato alla squadra che in un anno non ha ancora capito che per vestire questa maglia si deve correre, sudare, allenarsi seriamente e lavorare uniti per il bene della squadra. Va benissimo perciò il “ritiro” a Milanello, ma quando, dopo quattro anni di lotte interne e figuracce, ne faranno uno anche in sede?

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