Berlusconi cambia le carte in tavola. E da Pechino: “A cosa sta giocando?”

A chi mi dice che bisogna vendere, rispondo: ci sto provando da un anno, ma vorrei lasciare il Milan in buone mani e che gli garantiscano un futuro da protagonista. Preferibilmente mani italiane”. E così si scatenò l’ira dell’estremo oriente.

Il discorso di Silvio Berlusconi ha generato un’attenzione mediatica fuori dal normale, il clima intorno alla squadra e tutte le vicende correlate hanno aiutato, tanto che le parole affidate alla propria pagina Facebook hanno già fatto il giro del mondo, arrivando, ovviamente, anche in Cina, terra molto interessata alle faccende di Via Aldo Rossi. La reazione della cordata orientale intenzionata a prendere dimora fissa a Milano è stata una ed univoca: “Silvio a che gioco stai giocando?. La Gazzetta dello Sport, trattando con fonti molto vicine all’advisor Sal Galatioto, riporta un’irritazione generale ed un senso di smarrimento di fronte alle parole dell’ex premier, incapaci di comprendere come sia possibile non considerare valido un piano economico solido, con acquirenti altrettanto solidi e ben conosciuti da Fininvest.

galatioto

Trattativa saltata dunque? La risposta che fornisce la Rosea è: non ancora. La parola d’ordine delle prossime ore deve essere cautela: cautela sulla parole da utilizzare, cautela sui passi da fare, cautela sui contatti da instaurare, cautela in uno scenario di pura attesa. Sì attesa, perché nonostante il monologo di ieri, il patron milanista ancora deve fornire un responso diretto ai propri interlocutori cinesi: decidendo così se dare il via libera o meno all’esclusiva al gruppo orientale. In questo paesaggio finanziario, di sicuro vi è che ancora non è stato fissato alcun CdA Fininvest, passaggio cruciale per la cessione. Che Silvio non voglia vendere la sua creazione in un momento di magra? La mente, conclude Gazzetta, gli suggerisce di passare la mano, il cuore urla di tenere tutto.

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