Milan-Juve, perché si può fare

Si sa, pare follia pensare che la finale di sabato sera si possa vincere, ma non tutto è già così precisamente scritto nel destino, qualche punto alla causa rossonera esiste. L’avversario è niente meno che la Juventus reduce dalla manita di scudetti, indiscussi campioni d’Italia da 5 anni consecutivi. La rosa bianconera è perfettamente rodata ed impiantata su di un modulo ed uno stile di gioco irrobustiti nel tempo. Anche se nascosti da dichiarazioni di facciata (Buffon: “Attenti in finale, il Milan ha una rosa di assoluto valore”), i torinesi sanno di arrivare allo scontro capitale con tutti i favori dei pronostici, dovendo affrontare una compagine che, vista con la Roma, pare allo sbando su più fronti. Ma, ripetiamo, non tutto è così già disegnato.

Quasi in coro, i tesserati A.C. Milan hanno puntato le loro chips sulla gara secca. Che sia Brocchi, Niang, Bonaventura, Romagnoli, De Sciglio o Calabria, il fil rouge è sempre lo stesso: giocarsi tutte le possibilità in 90’, poiché, lo insegna la storia, tutto può accadere in un match di calcio. Non solo questo il leitmotiv delle loro dichiarazioni, tematica comune l’utilizzo del refrain “Ricordiamoci che siamo il Milan”. Già, il Milan, quel club che soleva sentirsi a casa in determinate sfide, incontri come le finali, abituati da sempre a vincerle. Attitudine che non si insegna, la si ha nel DNA della società, magari può sparire per qualche anno ma il gene non svanisce e riappare con il tempo, chissà che non lo faccia proprio sabato sera.

Come se non bastasse, aggiungiamo al mix la enorme fame di un gruppo di ragazzi con zero titoli in bacheca (per molti). Gli atleti vivono, dormono, mangiano e respirano per provare sulla pelle le sensazioni che avranno all’Olimpico, alzare il trofeo sarebbe la sublimazione massima di certi attimi. Se le motivazioni già narrate non fossero di per se sufficienti, misceliamo al tutto l’astinenza di Coppa Italia per la bacheca rossonera: sono passati ben 13 anni dall’ultimo successo, una durata troppo elevata per il blasone del Diavolo. Terminati gli argomenti motivazionali, spostiamoci sul campo. I rossoneri non battono la Juventus da troppo tempo, ben 7 incontri consecutivi, e la voglia di sconfiggere Allegri e soci è immensa dalle parti di Milanello. Parlando del centro sportivo di Carnago, non possiamo non sottolineare il rientro tra i titolari di due leader tecnici e vocali come Montolivo e Bonaventura, assenze cruciali di queste ultime settimane buie e prive di successi. Ultimo ma non meno importante, Carlos Bacca, l’uomo del destino. Da circa tre anni, l’attaccante colombiano ha la sinistra capacità di disputare sempre delle finali, risultando sempre decisivo. Dopo il bis europeo con il Siviglia, arriva la bagarre di TIM Cup e l’avversario diretto sarà Neto, estremo difensore già freddato con la casacca degli andalusi.

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