Cessione Milan, prima del sì di Silvio c’è da sciogliere il nodo garanzie

Berlusconi darà o no il via libera ai cinesi? Domandone ancora risposta, in un contesto in fibrillazione e sempre più surriscaldato. Sta aumentando costantemente il malcontento del popolo rossonero: colpa dei risultati della squadra adesso di Brocchi e della società, la cui cessione potrebbe essere in corso rimanendo prioritaria. Eppure neanche ieri, in apparenza, è successo qualcosa di significativo: né di positivo e né di negativo.

Certamente da Arcore non sono partiti i segnali necessari per indurre i vertici di Fininvest a muoversi in maniera ufficiale con i rappresentanti dei nuovi potenziali – ma per ora anonimi – investitori che da un mese a questa parte hanno bussato alla porta di via Aldo Rossi, disposti a versare 500 milioni di euro per il 70% delle quote. In attesa che Silvio si sbilanci dalla holding di famiglia prende corpo una grande cautela nella gestione dei contatti filtrati dallo staff dell’advisor italo-americano Sal Galatioto: per ciò l’AD Pasquale Cannatelli ha deciso di chiudere il dossier sulle garanzie bancarie prima di presentare al presidente del Milan l’intero incartamento. Insomma il recente rallentamento dell’affare è spiegato da alcuni piccoli disguidi emersi nell’incrocio dei dati, ma l’affidabilità finanziaria – scrive La Gazzetta dello Sportnon è in discussione. Solo prassi che il venditore richieda determinate certificazioni, poi verrà confermato il periodo di esclusiva di un mese senza il pagamento di penali.

Berlusconi Barbara Galliani MilanelloSullo sfondo, comunque, rimangono i dubbi del Cavaliere di vendere in un periodo così mesto e una classifica colpevolmente deludente. Però la cordata cinese è di tutto rispetto e dunque conviene approfondire le loro ambizioni per riportare in alto il Diavolo.

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