Non c’è posto per Berlusconi nel Milan dei cinesi

Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi a Brugherio (“I cinesi vogliono cacciarmi“) hanno aperto una crepa nella trattativa riguardante la compravendita del Milan con il consorzio rappresentato dall’advisor italo-americano Sal Galatioto che ha nominato Nicholas Gancikoff come suo referente in Italia. Fininvest, come scrive Il Corriere dello Sport, lavora alacremente sulla trattativa.

Certo è che non ci sarà l’ incontro tra le parti questo fine settimana: era attesa infatti una visita a Villa San Martino da parte di Gancikoff per presentare gli investitori cinesi a Berlusconi seguita dalla presenza a San Siro per la finale di Champions League. Niente di irrimediabile ma di sicuro qualcuno tra gli acquirenti ha storto il naso. Il ruolo che i cinesi avrebbero previsto per Berlusconi è quello di presidente onorario, poco gratificante per uno che per trent’anni è stato leader indiscusso del suo gioiello, e ciò probabilmente ha restituito all’ex premier la voglia di continuare al timone del Milan sia da solo sia con qualche socio minoritario, come lui stesso si auspica da sempre. E’ vero, da fonti vicine ai cinesi, che la nuova proprietà non vorrebbe confermare Berlusconi nell’organigramma rossonero e che il suo sfogo, dovuto alla voglia di rimanere ancora nel Milan, ha indispettito il consorzio. Per ricucire questo strappo serve un compromesso che, al momento, sembra complicato da raggiungere.

Brocchi Milan-Juve SMBerlusconi, è ancora a capo del Milan e lo ha dimostrato affidando la squadra a Brocchi ed esonerando Mihajlovic: le intenzioni del presidente sarebbero quelle di lasciare la guida tecnica a Brocchi. Intanto Galliani tiene calde le piste Giampaolo e Montella. I cinesi porterebbero Emery e darebbero il via alla rivoluzione tecnica e societaria. La strada che porta da Milano alla Cina si è fatta pericolosamente in salita.

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