Più fallimentare del peggior fallimento

DI RIENZO BANNER 2014Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

Una cosa non si può certo rimproverare alla dirigenza rossonera: non aver speso abbastanza nell’ultima (isterica) campagna acquisti. Facciamo due conti: tra cartellini e ingaggi il Milan, da giugno 2015 a gennaio 2016, ha investito 122 milioni di euro. La cifra è frutto degli arrivi dei vari Bacca, Luiz Adriano, Bertolacci, Romagnoli, Kucka, Balotelli e, non da ultimo, Boateng. Risultato? Fallimentare: settimo posto con una finale di Coppa Italia che sembra valere più di una Champions League per aggrapparsi all’ultimo treno per l’Europa.

E’ evidente, dunque, come i rossoneri non siano riusciti a far rendere gli investimenti compiuti la scorsa estate. Solo Bacca, Kucka e Romagnoli si salvano da una disastrosa stagione che, a differenza del Milan di Inzaghi, era partita sull’onda di importanti capitali messi a disposizione di Adriano Galliani per il mercato. Insomma, i soldi sono spesi male, la gestione della stagione è stata ancora peggio.

Se pensiamo che l’anno scorso il Milan aveva sostanzialmente puntato su parametri zero e prestiti (da Diego Lopez a Torres, da Destro a Bonaventura entrato solo grazie ai soldi ricavati dalla cessione di Cristante), il paragone è impietoso: appena cinque punti in più, sempre fuori dall’Europa che conta. Per non parlare della scellerata decisione di rimuovere Mihajlovic per far posto a Brocchi che, senza colpe personali, ha raccolto otto punti su diciotto a disposizione in sei partite, tre delle quali contro le squadre retrocesse in Serie B. Peggio di così… Per la finale di sabato a Roma, contro la Juventus, la formazione sarà un terno al lotto: le scelte dovrebbero essere più improntate sulle motivazioni reali che sul potenziale tecnico. Ma forse, con questo parametro, non si arriverebbe a contare fino ad undici.

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