Road to Rome con la TIM Cup, parla Gattuso: “Non vedo attaccamento. Quando noi perdevamo sembrava un funerale, oggi invece…”

Gennaro Gattuso è stato scelto dalla FIGC, insieme a Fabio Cannavaro, per accompagnare il trofeo della Coppa Italia a Roma in vista della finale del 21 maggio. Nel corso del viaggio verso la capitale, l’ex centrocampista rossonero si è raccontato ai microfoni di Tiki Taka, analizzando svariate tematiche. Queste le sue parole ed i suoi pensieri:“La mia esperienza al Milan è stato un sogno lungo 14 anni. Era ed è la squadra che tifavo fin da bambino e che mi ha permesso di vincere tanti, tantissimi, trofei importanti e di giocare con campioni incredibili, con i quali mai avrei pensato anche solo di condividere un minuto in campo. Come vedo Cristian in panchina? Ci sono passato anche io, quando ero al Palermo e li c’è un presidente che ha all’attivo più di 50 esoneri. Non ho molti consigli da dargli, penso che la cosa più importante sia vincere la Coppa Italia. Vincere aiuta a vincere, anche se sarà molto difficile perché la Juventus è nettamente più forte. Loro in questi cinque anni ha costruito una mentalità incredibile mentre il Milan deve migliorare se vuole tornare il Milan degli anni passati”.

Gattuso e Seedorf

C’è tempo anche per parlare della “sua” squadra, quello vincente e gloriosa in tutto il mondo: “Quel Milan era una macchina perfetta. C’erano campioni, c’era budget e sopratutto c’era un grande senso d’appartenenza. Quando si scendeva in campo, se uscivamo sconfitti, sembrava un funerale dentro lo spogliatoio. Avevamo la consapevolezza di indossare una maglia che ha fatto la storia del calcio mondiale. Oggi, durante molte partite, non vedo questo attaccamento.

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