Tra Zlatan e il Milan “giovane e italiano”

Silvio Berlusconi o i cinesi? Il Milan, in questo momento storico, è un punto interrogativo gigantesco. Perché se è vero che il Cavaliere ha scoperto le carte, rivelando l’intenzione di vendere il club a chi possa garantire un futuro vincente e florido ai colori rossoneri, il tutto è ancora aperto. L’ottimismo che emerge sulla trattativa e le parole positive del presidente verso i potenziali compratori non illuda: la cordata di Pechino, pur solida e “seria”, deve compiere altri passi importanti per potersi assicurare il club di via Aldo Rossi. La cessione di una società come il Milan, d’altronde, è affare complicato e delicato, per il quale servirà prendersi gran parte del tempo previsto dall’esclusiva di vendita.

3 aprile 2015: Non è stato “né il Milan, né il calcio” l’argomento al centro della cena di ieri sera tra Silvio Berlusconi e l’imprenditore di Hong Kong, Richard Lee. Lo scrive l'ANSA.

Per il Milan, ovviamente, si profilano scenari profondamente diversi. Tra rimanere nelle mani di Berlusconi e passare ai cinesi c’è un abisso: le mosse di mercato e le scelte sul fronte allenatore, in questo momento concordate, divergerebbero totalmente. Un Diavolo “cinese” tornerebbe subito protagonista in grande stile sul mercato, puntando su un tecnico internazionale e su campioni dal comprovato rendimento e dal costo elevato; un club che dovesse restare solo e soltanto di Berlusconi, al contrario, batterebbe una strada completamente diversa: il Milan punterebbe su gioventù e italianità, senza stelle ma con tanti ragazzi della Primavera e con Brocchi confermato sulla panchina rossonera. E, senza Europa, il rischio concreto di dover cedere uno o più big: Bacca e Bonaventura, per esempio, ma anche il baby fenomeno Donnarumma.

Tornare a investire cifre blu per grandi campioni o tirare la cinghia puntando sui giovani del vivaio: due vie agli antipodi, ma entrambe plausibili per il Diavolo del futuro. O la va o la spacca, insomma, con la consapevolezza che, sino a firma contraria, il Milan di Berlusconi varerà una linea anagraficamente verde e “geograficamente” azzurra. Ma sognare, almeno stavolta, è lecito: sua maestà Zlatan Ibrahimovic, il poderoso centrale Benatia, il talentuoso e vincente Emery. Nomi possibili se i rossoneri dovessero passare in mani cinesi dopo trent’anni di epopea berlusconiana. Altrimenti, sarà un’altra stagione di lacrime e sangue.

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