Gattuso: “Berlusconi un vincente. Deve ragionare una sola testa. Allenare il Milan è il sogno!”

Gennaro Gattuso, ex “senatore” del Milan, per anni trascinatore dell’ambiente rossonero, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Milan Channel, dove racconta il suo presente, i suoi sogni per il futuro e parla della sua esperienza in rossonero: “Il presidente Berlusconi è uno dei più vincenti al mondo e sono trent’anni che ha portato il Milan sul tetto del mondo. Ha preso il Milan in un’aula di tribunale. Adesso stiamo attraversando un momento negativo. La storia non va dimenticata e speriamo in una pronta guarigione del presidente“.

Sulla Nazionale e su De Sciglio: “Si è vista la mano di un grandissimo allenatore. Poi può essere simpatico o meno, ma ha preparato una grande partita dal punto di vista tattico. L’Italia è stata padrone del campo. L’ho rivista stamattina e ci sono dei grandissimi spunti per chi fa una professione come me. Devo fare i miei complimenti a Conte. Mattia è un ragazzo per bene e un buonissimo giocatore. Per far sì che riesca a esprimersi al meglio deve stare in un contesto in cui funzioni tutto bene. Non ha una grandissima personalità, ma può fare bene entrambe le fasi“. Sulla sua esperienza al Pisa e sul suo futuro:Mi viene da sorridere al pensiero di allenare una squadra nerazzurra, perchè nella mia testa quei colori li vedevo come i colori dei nemici. E’ stata una bella gioia. Quando fai questo lavoro non pensi ai colori, ma pensi solo ad ottenere il massimo. Sto facendo lo stesso percorso che ho fatto da calciatore. Sono andato presto all’estero. A me piace che nessuno mi regali nulla. Devo migliorarmi ancora in tantissimi aspetti per diventare un buon allenatore. Ho ancora tanto da lavorare per imparare a fare questo mestiere. Non basta essere stato un giocatore per saperlo fare. Il fuoco dentro e la passione non mi mancano. La mia voglia è quella di rimanere. Se rimane Lucchesi io rimango a Pisa. Se invece dovesse esserci Petroni la mia avventura qua è finita.

Gennaro Gattuso

Sul Milan e sulla possibilità di allenare i rossoneri: “Oggi la cosa migliore è avere una programmazione, in questi 4-5 anni ho sentito che si doveva puntare sui giovani e poi i giovani venivano messi da parte. La cosa più importante è parlare chiaro. Si può soffrire, perchè per tanti anni è stata una macchina perfetta invidiata in tutto il mondo. Un periodo di transizione ci può stare, basta guardare la Juventus. I problemi, ai miei tempi, si risolvevano sia in via Turati che nello spogliatoio, fra società e squadra si ragionava con una testa sola e secondo me il segreto di tutti questi anni è stato questo. E’ anche vero che il carisma di tanti campioni permetteva che le cose si sistemassero in pochissimo tempo. C’era un grandissimo senso di appartenenza e delle regole che si dovevano rispettare ed erano uguali per tutti. Abbiati, Brocchi, Inzaghi, Nesta, Pirlo, Ambrosini e Abbiati, così era composto il tavolo. La vittima ero io. Loro sapevano che io sentivo molto le partite e che mi irritavo facilmente il giorno prima di una partita e loro si divertivano a farmi incazzare. Poi però hanno sempre rischiato qualcosa perchè ero uno a cui non piaceva il casino e pretendeva che tutti stavano in silenzio, perchè era sinonimo di concentrazione. Allenare il Milan è il sogno. Così come è stato un sogno indossare la fascia di capitano con la mia gloriosa maglia cucita addosso. La mia strada è ancora lunga, perchè devo migliorare molto. Se diventerò bravo spero di avere questa opportunità“.

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