I cinesi confermano: vogliamo il Milan. Ma ora fuori i soldi

Dopo un’altra mattinata di attesa, ieri pomeriggio c’è stato il primo incontro – durato per alcune ore – fra Fininvest e gli advisor della cordata cinese. La riunione è servita per cominciare a mettere sul tavolo le rispettive esigenze e anche per capire i margini di manovra per arrivare alla conclusione positiva della cessione della maggioranza della società rossonera.

La holding della famiglia Berlusconi ha presentato le figure dell’ad Cannatelli, il dg Pellegrino e il direttore Business Development Franzosi, più la banca Lazard; i cinesi, invece, erano capeggiati dal Sal Galatioto, un suo vicino collaboratore (Landolphi) e il rappresentante in Italia Gancikoff: confermata la loro volontà di acquistare il 70% delle quote offrendo 500 milioni di euro (debiti esclusi). Ma la conclusione non è ancora vicina. Le parti sono d’accordo ad andare avanti fino a domani, poi venerdì l’italo-americano volerà a Londra per vedere gli istituti di credito che dovranno fornire le garanzie bancarie necessarie. Probabile, successivamente, il ritorno a Milano per verificare i progressi e cercare di proseguire la stesura della bozza di contratto. Obbligatorio il via libera da parte di Silvio, che nel frattempo comincia la fase di recupero dopo l’operazione al cuore. Il primo grande dilemma è ancora e sempre legato agli investimenti: il presidente vuole che gli orientali firmino nero su bianco i soldi che ogni hanno si impegneranno a spendere ogni anno e per almeno un quinquennio. Un punto fondamentale per capire la solidità e serietà del progetto necessariamente ambizioso.

galatiotoCircola un discreto ottimismo attorno alla vicenda, scrive La Gazzetta dello Sport, ma nessuno vuole sbilanciarsi sull’esito dell’affare e nemmeno i tempi della possibile chiusura. Tra venti giorni, però, inizierà la nuova stagione e il Milan non ha un allenatore ufficiale e il mercato è fermo: serve sbrigarsi.

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