L’orgoglio di Brocchi: voleva Lapadula, ma nessuno l’ha informato dell’acquisto…

Il paradosso? Lapadula era uno dei 3 nomi che aveva fatto per rinforzare la squadra, ma nessuno lo ha informato dell’acquisto. L’ha scoperto dai giornali, come un tifoso qualunque. Così si spiega la lettera a Berlusconi. Questo il retroscena svelato da La Gazzetta dello Sport su Brocchi, che ieri mattina – molto presto – ha chiamato i suoi collaboratori spiegandogli la fine dell’esperienza al Milan.

Il problema non è stato aspettare ma attendere con la consapevolezza che nessuno, a parte il presidente, fosse dalla sua parte. In condizioni normali basterebbe così, è il presidente che decide, però a Milanello le cose non vanno da tempo se no non si spiegherebbe il quinto cambio in panchina in due anni e mezzo. Cristian non è presuntuoso – per un po’ aveva accettato lo stand-by – ma orgoglioso e non ci sta a passare per fesso. Qualche settimana fa quando ha incontrato Galliani, uno dei primi a non spingere per la sua conferma (nemmeno per il suo iniziale arrivo), gli chiese come si sarebbe dovuto comportare qualora fossero arrivate delle offerte: “aspetta”, la risposta dell’AD. L’ex Primavera (ovviamente non tornerà nel settore giovanile) ha già rifiutato delle proposte e pure capito chiaramente la situazione: in società si spinge per Giampaolo e vari nomi stranieri, dunque non c’era mai la possibilità di giocarsela alla pari. Un passo indietro, approfondendo l’ipotesi Brescia, per non mettere nemmeno in imbarazzo Silvio al momento della decisione sulla cessione ai cinesi e per non rimanere a piedi.

Berlusconi gli ha telefonato invitandolo a pazientare ancora un paio di giorni: vuole verificare se la cordata di Pechino non lo consideri davvero adeguato per il nuovo corso. E deve anche sbrigarsi a decidere se uscire o meno di scena. Brocchi ha dato il massimo per meritarsi i rossoneri, termina GaSport, concentrandosi sul lavoro in mezzo a mille difficoltà unite alla scarsa professionalità di alcuni giocatori. Puntava a voltare pagina, ricominciare da zero, insegnare il suo calcio ai giovani e meno giovani, portare avanti un progetto. Sì, altrove, perché al Milan non è possibile.

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