La scelta di Galliani

DI RIENZO BANNER 2014Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

Brocchi, Giampaolo, De Boer. Villas Boas, Lippi, Donadoni. Nemmeno troppo a sorpresa l’ha spuntata Vincenzo Montella, già in passato accostato al Milan. Da chi? Da Adriano Galliani che non ha mai smesso di apprezzare la carriera da allenatore dell’ex “aeroplanino” doriano. Certo, la provenienza non porta proprio bene, vista la fine di Sinisa Mihajlovic, anche lui reduce da un’esperienza alla Sampdoria prima di arrivare al Milan. Ma i tabù sono fatti per essere sfatati.

Il curriculum di Montella non parla di scudetti, ma sicuramente di un carattere fermo e una predilezione a far giocare le sue squadre. Se consideriamo i tre “quarti posti” consecutivi raggiunti in altrettante stagioni con la Fiorentina, è un risultato brillante lungo il percorso. Lo scorso novembre il nuovo tecnico del Milan incontrò proprio i rossoneri a San Siro e subì una pesante sconfitta. Ma prima del match Galliani non fece mancare il suo apprezzamento: “E’ un bravissimo allenatore e abbiamo ragionato su di lui quando si era liberato in estate, ma siamo felici di Mihajlovic“.

La scelta di Montella non dipende in alcun modo dalla trattativa che Fininvest sta portando avanti con la cordata cinese che, secondo La Repubblica, è guidata da Robin Li, numero uno del motore di ricerca Baidu, e dal colosso immobiliare Evergrande. Galliani ha potuto scegliere liberamente l’allenatore ritenuto ideale per la squadra. Per correttezza, l’amministratore delegato ha informato l’advisor Sal Galatioto che sta mediando nell’affare. Ma il suo era più un atto dovuto che una reale richiesta di approvazione. Ora l’attenzione si sposta sull’agognato closing. Se davvero il Milan andasse nelle mani di Robin Li, significherebbe che i rossoneri verrebbero guidati dal sesto uomo più ricco della Cina, con un patrimonio totale di 13,9 miliardi di dollari. Qualcosa che può far impallidire anche Berlusconi. Ma non si illudano i tifosi: i cinesi investono solo a fronte di ritorni certi. Ergo: non versano capitali a fondo perduto e sanno rivendere abilmente gli asset che non funzionano.

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