Suso senza limiti, ora manda anche in panchina il numero 10…

Le porte girevoli, nella vita ma soprattutto nel calcio. E allora capita di passare da oggetto misterioso ceduto in prestito a titolare nel giro di sei mesi. E’ riassumibile così la storia dell’ultimo semestre di Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, meglio noto come Suso.

Arrivato a Milano un anno e mezzo fa, ha giocato poco sia con Inzaghi che soprattutto con Mihajlovic. Così a gennaio la scelta di andare in prestito al Genoa per tornare a sentirsi importante. Ed ecco compiersi la più classica delle slinding doors: mentre lo spagnolo con assist, gol e giocate dal tasso tecnico prezioso, aiutava la squadra di Gasperini a salvarsi agevolmente, a San Siro si consumava l’ennesima stagione drammatica e Honda (sparring partner di Suso per posizione in campo) veniva bersagliato di fischi e identificato dai tifosi come uno dei capri espiatori del decadimento rossonero.Honda_2 SpazioMilan

Arriviamo a giugno, Suso torna alla base ma in molti si aspettano sia soltanto una tappa di passaggio. Montella però è allenatore di poche parole e molti fatti e inizia a schierare titolare l’ex Liverpool che si mette subito in mostra nell’tridente offensivo, agendo largo sulla destra. Il risultato è ormai noto, Suso in questo precampionato si è rivelato uno dei migliori, ha subito appreso i metodi del nuovo tecnico e ha rilegato in panchina il 10 nipponico. Niente contropartita per prendere Pavoletti, il Milan ha respinto al mittente tutte le offerte per il classe ’93 e l’ha blindato con un’incedibilità inaspettata ma meritata. Destino e meritocrazia, Suso si è preso il Milan e non ha nessuna intenzione di scendere dalla giostra

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